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I Poliziotti sfrattati a Montespaccato: “Ci hanno abbandonato”

Non ci sono stati passi avanti per risolvere lo sfratto imminente per le 48 famiglie di poliziotti, carabinieri e finanzieri che vivono negli alloggi popolari di Montespaccato

Pubblicato:21-05-2024 17:53
Ultimo aggiornamento:21-05-2024 19:09
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di Silvia Mari e Marcella Piretti

ROMA – Sono ore di angoscia per le 48 famiglie dei poliziotti, carabinieri e finanzieri che a settembre vennero sfrattati da Montespaccato a Roma. Si tratta di alloggi sociali di Edilizia Pubblica che appartengono alla società Boccea Gestione Immobiliare srl a Montespaccato. Le famiglie, che in alcuni casi hanno parenti disabili presenti in casa, sono in attesa di conoscere il loro destino e denunciano l’immobilismo totale che c’è stato nella loro vicenda: mentre in otto mesi non è arrivato nessun provvedimento a loro tutela, di recente sono cominciate ad arrivare sentenze di condanna allo sfratto da parte del Tribunale civile di Roma. Presto potrebbe tenersi un sit-in di protesta promosso dal sindacato degli inquilini Asia usb davanti al comune di Roma e al ministero delle Infrastrutture. Intanto, tra gli inquilini gira la notizia che in uno degli appartamenti per cui è previsto lo sfratto abiti anche il fratello del Questore: “Chissà se anche lui ha avuto lo sfratto?”.

L’INTERROGAZIONE DI FORZA ITALIA

Il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone il 16 maggio ha presentato un’interrogazione ai ministri della Giustizia e delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Appare necessario e improrogabile che gli assegnatari degli alloggi abbiano la possibilità di esercitare il diritto di prelazione e riscattare gli immobili assegnati, secondo la normativa di settore, o in subordine prevedere, alla scadenza dei contratti, una proroga ope legis a tempo indeterminato, o che in analoga fattispecie si possa recuperare il contributo finanziario e il diritto di superficie”.


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“DA SALVINI PROMESSE, MA NESSUN PROVVEDIMENTO”

“Nonostante siano trascorsi 8 mesi dalle rassicurazioni del ministro Salvini- prosegue Fazzone nell’interrogazione- nessun provvedimento è stato finora intrapreso a tutela pubblica e dei pubblici interessi coinvolti delle numerose famiglie dei servitori dello Stato e il soggetto attuatore disattende le norme dello Stato, nella fattispecie la legge 170 del 2023 …E continua con pervicacia nella richiesta di un’indennità di occupazione del 50 per cento, gravando ulteriormente sui redditi esigui dei conduttori”.

LE SENTENZE DI CONDANNA ALLO SFRATTO

Il senatore segnala anche che “la medesima situazione avviene presso il Tribunale civile di Roma, sezione IV, che, invece di riconoscere la proroga dei contratti, emette sentenze di condanna allo sfratto, con condanna anche alle spese di lite; la società ha palesato, tramite i suoi legali, di voler procedere all’affrancazione del terreno, con chiari intenti di aggirare il vincolo del prezzo massimo di cessione, essendo alloggi sociali pubblici; alla luce della manifesta violazione di legge, dell’inerzia della Prefettura, indicata dal ministro Salvini quale organo preposto alla risoluzione della vicenda; quest’ultimo non dichiara l’emergenza abitativa per le numerose famiglie coinvolte nella procedura di rilascio degli alloggi, e non tutela le disabilità di componenti delle famiglie delle forze di polizia”.

SERVE UN COMMISSARIO SPECIFICO?

L’interrogazione chiede “quali iniziative, per quanto di competenza, i ministri in indirizzo intendano mettere in campo al fine di evitare gli sfratti delle famiglie coinvolte”. Anche ad esempio se non sia “necessaria la nomina di un commissario ad acta, nonché di adottare iniziative normative urgenti per introdurre disposizioni sul diritto di prelazione e di riscatto agli assegnatari degli alloggi realizzati a seguito di contributo pubblico in materia di edilizia residenziale agevolata”. Nel giudizio il ministero dell’Interno ha richiesto l’intervento dell’avvocatura Generale dello Stato nelle procedure di sfratto pendenti presso la sesta sezione del tribunale civile di Roma, ma le 48 famiglie, con alcuni disabili presenti nelle case, vivono ore di angoscia.

IL SIT IN DI PROTESTA E IL FRATELLO DEL QUESTORE

Si parla di un imminente sit-in di protesta promosso dal sindacato degli inquilini Asia usb davanti al comune di Roma e al ministero delle Infrastrutture. “Il prefetto non interviene e il questore di Roma deve concedere la forza pubblica per provvedere ai nostri sfratti”, dichiara un inquilino alla Dire. “In questi alloggi c’è anche il fratello del Questore, chissà se anche lui ha avuto lo sfratto?”, si domanda con composta ironia di facciata.

“Ci sono state interrogazioni parlamentari, promesse e i giudici invece di prorogare il contratto emettono sentenza di sfratto con condanna alle spese. Ma gli enti preposti, il Comune di Roma, la Regione Lazio, il ministero delle Infrastrutture perché non prendono un provvedimento? La società è un privato ed è incaricata di un pubblico servizio perché sono Edilizia Pubblica: il terreno è del Comune mentre la proprietà superficiaria è della società”. “In altre situazioni molto meno gravi il Comune ha fatto decadere la convenzione e gestisce gli alloggi, contro questi- conclude il poliziotto che a breve rischia di perdere la casa- nessun provvedimento, ma solo il silenzio. E’ assurdo, ci hanno abbandonato”.

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