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Autonomia. Veneto contro Sardegna. Per Zaia è un “giorno storico”, Todde: “una vergogna”

"Una pagina storica" per il presidente della Regione Veneto, ma la "collega" della Sardegna è già sul piede di guerra. Nord e Sud divisi sulla riforma approvata oggi in Parlamento

Pubblicato:19-06-2024 16:46
Ultimo aggiornamento:20-06-2024 09:05
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di Vittorio di Mambro e Andrea Piana

ROMA – “Una pagina storica” per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che convoca la stampa nella Capitale per marcare la messa a segno appena compiuta dalla Lega- pardòn da governo e maggioranza- del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Al di là del Mar Tirreno invece la “collega” Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, è già sul piede di guerra e chiama a raccolta le altre Regioni del sud per “impedire questo scempio”. Ma si prepara anche a una battaglia in solitaria, con tutti i mezzi possibili.

ZAIA: “NESSUNA SECESSIONE DEI RICCHI, OPPORTUNITÀ DA NORD A SUD

“È stata scritta una pagina storica del Paese ed è stato giusto passare in Parlamento. Parliamo di una opportunità storica da Nord a Sud, ed è anzi ancor più un’opportunità per le Regioni in difficoltà perché il margine di crescita di queste Regioni verrà premiato dalla sburocratizzazione e dell’eliminazione dell’ufficio complicazione affari semplici che viene portata avanti da questa riforma”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia nella conferenza stampa convocata nella sede romana dell’ente in seguito all’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata.


Non è la secessione dei ricchi: una Regione può chiedere una o più delle 23 materie, e lo Stato trasferisce sia la competenza che l’impegno finanziario. Non si ruba niente a nessuno, e inoltre ci saranno dei tagliandi: una revisione del modello per capire se l’autonomia ha funzionato o no, revisione che sarà uno strumento strategico”.

“Con questa riforma non si mina l’unità nazionale perché è un modello di autonomia molto light rispetto ad altri Paesi in Europa, come per esempio la Germania. Quando le Costituzioni nei nostri due Paesi sono state scritte nel post guerra erano entrambe autenticamente federaliste, come diceva anche Einaudi”. Prosegue il governatore leghista: “Si parla di Italia come di un Paese a due velocità, e questo è figlio del centralismo e non certo dell’autonomia. Chi attacca l’autonomia su questo punto- ha sottolineato Zaia- si sta lamentando della medicina che ti cura mentre difende la malattia: dobbiamo recuperare lo spirito dei padri costituenti e investire molto per parlare e informare di più i cittadini sul vero progetto dell’autonomia, e non sulle leggende metropolitane che si stanno diffondendo”.

ZAIA “RIFORMA EPOCALE, GRAZIE A CALDEROLI, MELONI E SALVINI”

“Ringrazio chi ha sostenuto, votato e permesso di realizzare questo processo: il ministro Calderoli, tutta la maggioranza che ha sostenuto questo progetto anche in un dibattito spigoloso e duro, la presidente Meloni, la Lega e Matteo Salvini perché altrimenti, se non ci avessimo creduto noi fin da subito, questa riforma epocale non ci sarebbe”. Infine il governatore del Veneto passa in rassegna i ringraziamenti che vanno in primis al ministro per gli Affari regionali e le autonomie, quindi alla presidente del Consiglio, alla Lega e al suo segretario. ” Ho sentito Salvini e Meloni- conclude- è stato un bel risultato dopo anni di lavoro: il punto di arrivo di un viaggio molto lungo”.

TODDE: ” LA RIFORMA CALDEROLI UNA VERGOGNA, CI OPPORREMO IN OGNI SEDE”

“L’autonomia differenziata è una vergogna, lo voglio dire in maniera molto chiara. E’ un disegno che lede le prerogative della Sardegna: dopo l’approvazione della riforma Calderoli la nostra isola è assolutamente meno speciale“. Sono ben altri i toni della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, parlando coi cronisti a margine della riunione di giunta convocata questa mattina a Villa Devoto.

TODDE: “CON IL SUD CONTRO LO SCEMPIO, MA PRONTI AD AGIRE ANCHE DA SOLI”

Ci raccorderemo con le altre regioni del sud per impedire questo scempio- annuncia Todde- ma non escludo di portare avanti misure in maniera autonoma, sfruttando la nostra specialità. Credo che sia importante uscire dalla logica del manifestare e basta, adesso è il tempo di atti concreti”. Fa sapere quindi la governatrice: “Abbiamo già parlato con il segretario generale e con l’avvocatura della Regione, ci riserveremo di attuare tutti gli strumenti possibili- in tutte le sedi- per cercare di osteggiare questo disegno. La Consulta? Vediamo, è una possibilità ma ce ne sono anche altre”.

TODDE: “SI INTRODUCE UN MECCANISMO A FAVORE DELLE REGIONI PIÙ  RICCHE”

Le Regioni a Statuto speciale “sono tali perché sono state riconosciute storicamente come realtà che avevano prerogative particolari- ricorda Todde- il fatto di poter discutere le materie di competenza ‘a la carte,’ indipendentemente dalle risorse finanziarie delle Regioni, è un meccanismo che premia esclusivamente le regioni più ricche. Anche perché mi sembra che il ministro Roberto Calderoli, quando si tratta di parlare di risorse finanziarie, sia un po’ reticente”. Secondo Calderoli “l’autonomia va bene, ma non si parla mai di come viene coperta, di come viene data la possibilità alle regioni di poter anche esercitare le proprie prerogative- spiega Todde- Noi in Sardegna abbiamo un tema legato a un gap infrastrutturale, un gap legato all’istruzione, un gap sanitario che dobbiamo ricoprire. E adesso abbiamo anche l’ulteriore problema di dover competere con regioni che negli anni sono diventate- grazie anche ai nostri contributi, grazie alle tasse di tutti i cittadini italiani- più ricche di noi”.

TODDE: “REGIONI A STATUTO SPECIALE CONTENTE? BUGIA, VERREMO ANNACQUATI”

Questo, insiste la governatrice, “non è tollerabile: ci muoveremo con tutti gli strumenti possibili per supportare le nostre prerogative e mantenere la specialità. Io voglio anche uscire dalla logica che le Regioni a Statuto speciale dovrebbero essere contente dell’autonomia differenziata: è una bugia. Verremo annacquati, voglio che questo concetto si capisca molto bene, è un attentato soprattutto alla Sardegna”. Da oggi, avverte Todde, “non saremo più soltanto periferici, non saremo più soltanto un’isola, ma saremo più poveri e dovremo competere con tutte le altre regioni per un contenitore- il bilancio pubblico- che non si moltiplica come vorrebbe qualcuno, ma che ha delle risorse ben definite e stanziate”. La Sardegna, chiude Todde, “non fa parte dell’Italia solo quando ci sono da pagare le tasse. Questa è la secessione dei ricchi, e non lo possiamo tollerare”.

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