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VIDEO | Il pellegrinaggio in Terra santa guidato da Zuppi diventerà un documentario

Il pellegrinaggio in Terra santa guidato dal Cardinale Matteo Zuppi è stato così speciale che diventerà un documentario: per la Curia di Bologna è la dimostrazione che "si può fare"

Pubblicato:19-06-2024 15:27
Ultimo aggiornamento:19-06-2024 15:27

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GERUSALEMME – Così speciale da farne una specie di ‘film’. Il pellegrinaggio in Terra santa guidato dal Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, che (dopo mesi di viaggi al palo seguiti alla strage del 7 ottobre) ha riportato 160 persone tra Gerusalemme e Betlemme ha avuto una importanza ed una eco tale che ora se ne farà un documentario.

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“Ringrazio per la presenza di tanti giornalisti che hanno fatto conoscere contemporaneamente”, cioè durante il suo stesso svolgimento, “il pellegrinaggio. Vorremmo ora unire il meglio dei loro servizi per proporre un documentario da far girare con gli stessi pellegrini che possono accompagnarlo con la loro esperienza personale, questo per coltivare le relazioni che si sono intrecciate” e continuare a seminare testimonianze “che davvero danno una prospettiva di speranza di un cammino verso la pace”, spiega monsignor Stefano Ottani, vicario per la Sinodalità della Curia di Bologna, tracciando un primo bilancio dell’esperienza. Che è stata organizzata con uno stile differente: articolata non solo in visite ai luoghi ma soprattutto in incontri. “Sono state viste tante cose e toccate con mano non pietre ma pietre vive”, riassume Andrea Babbi, presidente della Petroniana viaggi che ha organizzato il pellegrinaggio. Che ora va ‘raccontato’ al ritorno.


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Il pellegrinaggio ha significato anche portare non solo dei turisti, ma anche aiuti: si prevede che cresceranno ancora, ma in occasione del viaggio sono stati raccolti oltre 60.000 euro creando “all’ultimo momento una casa comune con una cifra ingente da distribuire a tutte le comunità visitate, con una attenzione particolare a Gaza e al Patriarcato latino di Gerusalemme: un gesto di solidarietà concreta che offre un aiuto preziosissimo a famiglie colpite dalla guerra e ridotte in condizioni precarie per l’assenza di lavoro”, dice ancora Ottani.
A Betlemme, ad esempio, ci sono famiglie che oggi non possono più permettersi di comprare l’agnello per celebrare la festa araba del sacrificio di domani dato che la carne ormai è salita a più di 20 euro al chilo.

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Tirando le somme, Ottani parla in generale di un bilancio “molto positivo che riassumo nella risposta alla domanda ‘cosa possiamo fare’ davanti alle notizie della guerra? Questo pellegrinaggio di comunione e di pace ha offerto molte risposte. Intanto che si può fare e si può fare con questo stile che non è solo visitare i luoghi ma le comunità, incontrare le persone per ascoltare, capire, offrire solidarietà”. E’ stata, dice ancora, “molto sorprendente la gratitudine con cui le persone ci hanno ringraziato più volte: da otto mesi senza vedere nessuno hanno visto nella possibilità di rilanciare i pellegrinaggi la possibilità concreta di aiutare le persone”. Inoltre, ultimo ma non per importanza, la presenza degli stranieri “è certamente un elemento di moderazione per le tensioni contrapposte che ci sono”.

Nella messa conclusiva del viaggio, questa mattina a Emmaus Nicopolis, monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, citando proprio l’episodio dei discepoli di Emmaus ha ricordato che la Chiesa “è quella della via, sta sulla strada: perché va incontro e si china a curare i sofferenti” e si distingue per “un cuore nuovo senza cedere alla uniformità di pensiero”.

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