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La veggente “falsa” di Trevignano, l’esperta di religioni non ci sta: “Non esiste copyright apparizioni”

La veggente di Trevignano, Gisella Cardia, è indagata per truffa e la Chiesa ha bollato come "non vere" le apparizioni su cui lei ha fondato il su successo. Ma l'esperta di religioni è scettica: "Chi ha il copyright della verità? Chi a Lourdes non guarisce viene truffato?"

Pubblicato:18-06-2024 10:38
Ultimo aggiornamento:18-06-2024 13:53
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madonna di trevignano
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ROMA – Apparizioni mariane, miracoli, messaggi, richieste di guarigioni. Accadeva ogni 3 del mese alla veggente che ha trasformato una zona di Trevignano, in un santuario sotto il cielo. Oggi Gisella Cardia, che in poco tempo ha radunato folle di fedeli, è indagata per truffa insieme al marito. La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo dopo la denuncia di Luigi Avella, che aveva donato 123mila euro. E’ stato truffato? Non è chiaro sapere se la truffa consista nell’aver destinato quei soldi in altro che non fosse opera del ‘sacro’, o se la truffa sia nell’aver visto davvero la Madonna, un’altra Madonna, che non è quella vera, oppure nessuno. La Chiesa cattolica, attraverso la parola del vescovo, ha ‘bollato’ le apparizioni di Trevignano come non ‘vere’. Alla veggente sono anche state sequestrate delle strutture, poi restituite. Insomma la macchina della giustizia e la Chiesa sono attive su questo caso.

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“La Chiesa di fronte a questi fenomeni si deve pronunciare”, commenta l’esperta di religioni e direttrice del centro studi Lirec Raffaella Di Marzio. “Il vescovo sul caso di Gisella Cardia ha stabilito che non c’è nulla di soprannaturale e quindi che i fedeli o seguono lei o devono abbandonarla e tornare in chiesa. Da un punto di vista religioso va bene, ma dal punto di vista laico la signora è liberissima di fondare una nuova religione e lasciare quella cattolica. Lo Stato per la sua laicità non deve intervenire- ribadisce Di Marzio- e rendere difficile questa pratica, non si deve intromettere. La mia impressione è che in questo caso sia stato fatto di tutto per impedire il culto della veggente, a partire dal sequestro dei terreni e degli oggetti sacri poi dissequestrati perchè non c’era alcun motivo per procedere in tal senso”.


Il dato preoccupante, secondo la direttrice del centro Lirec, è “come intervengono la giustizia e lo Stato. Durante il sequestro la signora non ha potuto esercitare il suo diritto di fede e dopo le parole del vescovo si è parlato di truffa, circonvenzione d’incapace. Come se le autorità per prime fossero legate a una sola tipologia di religiosità: chi ha il copryright della verità?“. Il futuro di Gisella rischia di essere quello di una ‘strega messa al rogo’, di essere investita e travolta “da una class action di tutti quelli che rivorranno i soldi donati indietro, solo perchè ci hanno ripensato, comodo no?”.
E volendo andare al punto più difficile, quello della truffa, Di Marzio, in attesa di conoscere le carte, come linea di principio chiarisce: “Se la signora con quei soldi ha fatto quanto promesso, magari ha realizzato una statua sacra o altro, non ha truffato, se con quei soldi ci ha comprato una casa o una macchina per sé allora ha truffato”. Basta pensare ai più famosi santuari e pellegrinaggi: “Quante persone (pensiamo a Lourdes) hanno chiesto la guarigione e non sono guarite: diranno di esser state truffate?“.

“Mi colpisce in questo caso l’intromissione dell’autorità giudiziaria e delle amministrazioni locali, tutti pretesti per tartassare la donna”, sottolinea Di Marzio che ricorda altri casi segnati dallo stesso destino.
Gisella da parte sua non ha accettato di stare in silenzio, di interrompere le preghiere collettive, di parlare di ciò la Madonna le diceva, insomma non ha ‘obbedito’. E Padre Pio, guaritore, frate in contatto con il soprannaturale, all’inizio guardato con tanto sospetto dalla Chiesa? “Lui ha obbedito, prima che il vento cambiasse non poteva nemmeno più celebrare messa”, conclude l’esperta.

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