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Chico Forti: “Voglio abbracciare la mamma”. Andrà a Rebibbia e poi a Verona

Ora inizia una nuova vita una nuova vita per Chico Forti, rientrato in Italia dopo 24 anni di carcere in Florida. "Non vede l’ora di riabbracciare la madre", dice il parlamentare di Fratelli d'Italia Andrea Di Giuseppe

Pubblicato:18-05-2024 19:07
Ultimo aggiornamento:18-05-2024 21:21

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ROMA – “Ho visitato spesso Chico nell’ultimo anno e, da quando è stata data la notizia del suo trasferimento, ci siamo sentiti spesso: pochi giorni fa mi ha detto che per lui inizia una nuova vita e che non vede l’ora di riabbracciare la madre“. A parlare è Andrea Di Giuseppe, unico parlamentare di Fratelli d’Italia eletto all’estero, che ha seguito il caso Forti da febbraio 2023, favorendo il trasferimento in Italia del nostro connazionale detenuto negli Stati Uniti da 25 anni. “Non è stato facile rimanere in silenzio ma oggi possiamo finalmente dare questa notizia; ringrazio lo stato della Florida e il governo americano per la collaborazione, lo studio Tacopina per il lavoro legale e la famiglia Bocelli, da sempre al fianco di Chico, per il supporto umano. Ovviamente, quella di Forti non è una scarcerazione ma un trasferimento in Italia dove, secondo le nostre leggi, finirà di scontare la sua pena”. Chico Forti, che sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike (avvenuto il 15 febbraio del 1998), sarà trasferito nel carcere di Rebibbia e poi a Verona. Oggi è rientrato in Italia atterrando a Pratica di mare, dove c’era ad attenderlo anche la premier Giorgia Meloni. Chico Forti ha 65 anni.

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“Nelle ultime settimane- racconta ancora Di Giuseppe- l’attenzione su Forti è stata impressionante e i tentativi di contattarlo non si contano. Grazie a un lavoro certosino con Palazzo Chigi è stato possibile ridurre i tempi di trasferimento che, nelle ultime 24 ore, hanno subito un’ulteriore accelerazione. In un momento così delicato, abbiamo dovuto rinviare l’annuncio del trasferimento in Italia e muoverci in modalità silenziosa perché c’era il concreto rischio di irrigidire e indispettire all’ultimo secondo le autorità statunitensi, una situazione che avrebbe potuto bloccare il transfer, vanificando il duro lavoro portato avanti fino a oggi e distruggendo il sogno di tornare a casa del nostro connazionale. Questo governo, in prima persona Giorgia Meloni, ha mantenuto quanto promesso, a differenza di chi, per farsi pubblicità, ha giocato sulla pelle di una persona detenuta da un quarto di secolo: si lavora in silenzio fino a risultato ottenuto”.


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