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Le giacche del Zanza, che fece innamorare 6.000 donne

Considerato "l'ultimo dei playboy", a sei anni dalla scomparsa il Bounty di Rimini lo vuole ricordare mettendo in mostra i suoi cimeli: ci sono anche un paio di giacche inconfondibili ricordo delle serate degli anni '70

Pubblicato:18-05-2024 18:34
Ultimo aggiornamento:18-05-2024 18:36

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RIMINI – Qualche quotidiano tedesco lo ha descritto come “il Romeo di Rimini” e c’è chi lo definiva semplicemente “imprenditore” attento al nord Europa, visto che oltre all’inglese, guarda caso, aveva imparato bene anche lo svedese. Di sicuro, il suo lavoro è stato utile alla promozione della riviera romagnola almeno come quello di “100 agenzie”, come amava ricordare il diretto interessato in prima persona. Si tratta di Maurizio Zanfanti, meglio conosciuto come Zanza o come “l’ultimo dei playboy” dai tratti inconfondibili: carnagione scura e ciocche ossigenate, tagliate ‘mullet’. A sei anni dalla scomparsa, avvenuta nel vivo di un’ennesima ‘avventura’ in auto, è il Bounty di Rimini ad annunciare un ‘wall of fame’ dedicato “al mitico Zanza”, fanno sapere gli organizzatori.

Nel locale, infatti, saranno esposte teche di vetro con diversi cimeli appartenuti a Zanfanti. “In memoria di Maurizio Zanfanti, Re dei Playboy Riminesi, che fece innamorare oltre 6.000 donne”: così recita la scintillante targa appesa sotto le teche. L’iniziativa nasce da un’idea del titolare del Bounty, Giuliano Lanzetti, e dalla mamma ‘del’ Zanza, la signora Gina. Quest’ultima ha deciso di donare al locale riminese due giacche e un paio di pantaloni indossati dal figlio durante quelle notti nelle discoteche, come perfetto esempio del look del ‘birro’ romagnolo anni ’70 e ’80.

I vestiti, cuciti su misura da un sarto con tanto di toppe ad hoc, sono esattamente quelle che vestivano Zanfanti all’epoca del suo lavoro da ‘buttadentro’ del Blow Up, storica discoteca riminese di Walter Lanzetti, tra l’altro padre di Giuliano. Il Bounty, adesso, spera di diventare addirittura “una specie di Hard Rock Cafè in chiave romagnola”, grazie a Zanza.


(La foto di Maurizio Zanfanti è tratta da Wikipedia)

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