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Coronavirus, è braccio di ferro in Amazon: secondo giorno di stop a magazzino Piacenza

C'è preoccupazione per le protezioni. E i sindacati chiedono al prefetto di ridurre le tipologie di beni trasportati

Pubblicato:18-03-2020 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:10

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BOLOGNA – Lanciato lunedì sera, prima del turno delle 20, è andato avanti anche oggi, dunque per il secondo giorno, lo sciopero dei dipendenti di Amazon nel magazzino di Castel San Giovanni nel piacentino. “Non ci saranno presidi. Non faremo volantinaggi. Restate a casa. Noi le indicazioni per la salute dei lavoratori le rispettiamo”, mandava a dire oggi una delle sigle che sostiene l’iniziativa, l’Ugl terziario, per rimarcare la questione al centro dello scontro. Ovvero, l‘assenza di misure di protezione anti-contagio da coronavirus all’interno del magazzino.

Amazon ha replicato ieri assicurando di aver messo in atto tutti gli accorgimenti di tutela dovuti e necessari, tanto nel magazzino quanto nella rete delle consegne. Di fatto, quindi, ributtando la palla nel campo sindacale: la prima spallata dello sciopero è dunque rimbalzata. Ma le sigle dei lavoratori si aspettano per oggi una convocazione dell’azienda che ha comunque bisogno di far riprendere l’attività per far fronte all’aumento degli ordini indotti anche dall’emergenza covid-19. Un braccio di ferro insomma.

Inoltre i sindacati sperano in un intervento del prefetto di Piacenza, Maurizio Falco, a cui si sono rivolti con una lettera: per rassicurarlo sul fatto che lo sciopero non sarebbe sfociato in iniziative con assembramenti dei lavoratori, ma anche per chiedergli di mediare. La stessa Prefettura già in passato ha giocato più di un ruolo nelle tensioni sindacali a Castel San Giovanni.


SINDACATI: “NECESSARIO LIMITARE I BENI TRASPORTATI”

Ed intanto è alla Prefettura che si sono rivolte oggi le sigle confederali dei trasporti per elencare “le criticità che stanno emergendo rispetto al tema della sicurezza sul lavoro” nel comparto trasporti, merci e logistica.

“Al fine di continuare a garantire concretamente la filiera del trasporto delle merci di prima necessità, intendendo con questo i generi alimentari, gli approvvigionamenti sanitari e farmacologici per gli ospedali e per la distribuzione urbana nelle attività specifiche, ancora aperte al pubblico, e il carburante, è necessario– scrivono Floriano Zorzella della Filt-Cgil, Salvatore Buono, della Fit-Cisl, Fabio Piccinini, della Uiltrasporti Uil- e non più rimandabile attuare una limitazione dei beni trasportati, spediti, consegnati in questo contesto di emergenza, dove le logiche di interesse di mercato devono cedere il passo alla necessità di sicurezza del lavoro e dell’intera società civile”.

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Una sollecitazione analoga è stata inoltrata anche ad Amazon, sempre dai sindacati: limiti i beni venduti a quelli di necessità per limitare il numero di addetti necessari nello stabilimento di Castel San Giovanni. Sul tema della logistica le sigle di categoria hanno chiesto un incontro urgente al prefetto Falco: nella lettera, inviata anche all’Ausl di Piacenza, Zorzella, Buono e Piccinini richiamano il “diritto del lavoratore e delle lavoratrici, in caso di emergenza e di pericolo grave, ad abbandonare il posto di lavoro e sospendere la prestazione lavorativa senza subire alcuna conseguenza”.

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