Migranti, Napoli certifica il suo modello di ‘città rifugio’
18 gennaio 2018
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NAPOLI – Ieri, nel centro d’accoglienza straordinario La Rinascente di Villa Literno, in provincia di Caserta, un soffitto è letteralmente crollato in uno dei bagni della struttura. Lo denunciano i volontari dello sportello migranti istituto all’Ex Opg occupato – Je so’ pazzo di Napoli.
Un episodio che ha rischiato di “ferire, o anche peggio, i ragazzi ospitati che, da mesi – denunciano -, si trovano a vivere in una struttura fatiscente, con muri marci, mancanza di elettricità e acqua calda. Queste sono le condizioni di chi vive in un centro d’accoglienza. Ma non erano hotel a 5 Stelle?”.
Per i volontari dell’ex Opg “questa è solo la punta dell’iceberg rispetto alla totale assenza di diritti e servizi all’interno del centro. Alle 230 persone che vivono quotidianamente questo inferno non viene garantita infatti un’assistenza sanitaria, un’ assistenza legale e una reale mediazione culturale”.
Tutti servizi che, secondo il bando della prefettura, devono essere obbligatori poiché pagati dallo Stato. Inoltre, spiegano i volontari, il CAS è isolato e lontano da centri abitati, la fermata del pullman più vicina è a un’ora di cammino. “Dopo mesi in cui segnaliamo alla prefettura di Caserta questa situazione indegna in cui versa il centro, ancora non sono state date risposte e soluzioni adeguate. E mentre i soffitti crollano la cooperativa che gestisce il CAS in questione continua a fare profitti con soldi pubblici”.
Ieri, i migranti ospiti del centro hanno messo su una protesta per chiederne la chiusura e provare a condurre una vita degna altrove. “Bisogna proporre – spiegano gli attivisti dell’ex Opg -, a partire dal modello Sprar, centri di piccole dimensioni, gestite dal pubblico e che permettano a chi arriva percorsi autonomi di inserimento abitativo, sociale, lavorativo, indipendentemente dal loro status giuridico”.
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