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Euro 2024, l’esperto: “Eriksen? Bravo, ma la salute viene prima”

Il centrocampista danese del Manchester United è stato colpito tre anni fa da un arresto cardiaco durante il match contro la Finlandia agli Euro 2020

Pubblicato:17-06-2024 17:45
Ultimo aggiornamento:17-06-2024 17:46

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ROMA – “Complimenti ad Eriksen per il rientro in campo agli Europei celebrato peraltro con un gol. Si è preso una bella responsabilità, ma da medico sinceramente glielo avrei sconsigliato. Sono certo che non accadrà nulla, perché è un atleta tutelato e seguito, ma lo sport agonistico non deve essere fatto per forza. La salute viene prima di ogni cosa”. Così Attilio Parisi, Rettore dell’Università di Roma ‘Foro Italico’ e membro della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), interpellato dalla Dire in merito al rientro in campo agli Europei di calcio di Christian Eriksen, il centrocampista danese del Manchester United colpito tre anni fa da un arresto cardiaco durante il match contro la Finlandia agli Euro 2020 (giocati nel 2021 a causa del Covid), che ieri è tornato a far parlare di sé segnando un gol ‘liberatorio’ contro la Slovenia, 1.100 giorni dopo il malore.
“Non conosco nel dettaglio i motivi che hanno portato all’arresto cardiaco su campo e al successivo impianto di un defibrillatore- ha proseguito Parisi- per cui la mia è una opinione personale, ma non lo avrei fatto giocare e avrei preferito che non rischiasse. Mi rendo conto di fare un commento impopolare, ma faccio il medico e sono stato abituato a ragionare nell’ottica che la salute della persona viene prima di qualsiasi cosa, comprese le motivazioni legate alla carriera professionale. Rispetto naturalmente la decisione di Eriksen, che è un giocatore di altissimo livello, quello è il suo lavoro e lo comprendo. Ma quando si parla di salute i rischi non vanno sottovalutati. Ha dimostrato che la ripresa fisica a livello agonistico, dopo un arresto cardiaco, è possibile; ma in Italia non avrebbe mai potuto giocare“.

Il nostro Paese, infatti, difende e tutela la salute dell’individuo “e se esiste la possibilità che fare attività sportiva agonistica possa costituire un rischio per la salute dell’atleta, non si rilascia l’idoneità. Eriksen in Italia non avrebbe avuto questa idoneità- ha aggiunto il Rettore Parisi- perché da quanto mi risulta al giocatore è stato impiantato un defibrillatore cardiaco sottocutaneo e a mio parere l’attività agonistica in uno sport di contatto come il calcio può rappresentare un rischio importante”.
Ma a quali rischi potrebbe andare incontro Eriksen? “Penso banalmente ad un trauma di gioco- ha risposto il membro della FMSI alla Dire- Cosa potrebbe accadere se durante uno scontro fisico si dovesse danneggiare il defibrillatore impiantabile? La possibilità che possa verificarsi un evento del genere è bassissima, ma non può essere esclusa. Ribadisco: sono un medico e faccio parte della Federazione Medico Sportiva Italiana che, insieme ad altre importanti società scientifiche, ha pubblicato delle linee guida anche su questo argomento. Noi non vogliamo non far svolgere attività fisica, tutt’altro, vorremmo che se ne facesse molta di più- ha tenuto infine a sottolineare Parisi- ma l’importante è che venga praticata sempre in assoluta sicurezza”.

(Foto dal profilo X @EURO2024)


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