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Al largo della Calabria la strage dei bambini: 65 migranti dispersi, 26 sono minori

Intere famiglie dell'Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua

Pubblicato:17-06-2024 15:12
Ultimo aggiornamento:18-06-2024 11:52
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naufragio ionio
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REGGIO CALABRIA – Dodici migranti sono stati salvati al largo della costa calabrese, nella notte tra domenica e lunedì, all’altezza di Roccella Jonica, mentre si trovavano su una barca a vela alla deriva, semi affondata. In loro aiuto è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera, intervenuta nel Mar Ionio a circa 120 miglia dalla costa. I migranti sono stati portati a Roccella Jonica: dopo lo sbarco, una donna è morta. Le sue condizioni erano molto gravi già all’arrivo. Da una prima ricostruzione, sembrerebbe una esplosione a bordo dell’imbarcazione nella quale si trovavano complessivamente 76 persone. La tragedia riporta alla mente il dramma immane vissuto a Cutro poco più di un anno fa.

I superstiti sono stati accolti dalle strutture sanitarie del territorio per le cure del caso. E da questa mattina il team di Medici Senza Frontiere (MSF) a Rocella Jonica, dove l’organizzazione è presente dal 2022, si è mobilitato per offrire assistenza alle persone sopravvissute all’ultimo naufragio avvenuto. Al momento il team MSF ha supportato le attività di prima assistenza. I sopravvissuti stanno ricevendo adesso assistenza medica nelle strutture locali. Il team Msf si sta attivando per poter offrire assistenza psicologica a tutte le persone sopravvissute.

Per le attività di ricerca sono attualmente presenti in area due motovedette della Guardia Costiera, partite da Reggio Calabria e Roccella Ionica, e un aereo ATR42 decollato dalla base aeromobili delle Guardia costiera di Catania. Nelle prossime ore giungerà in zona anche nave Dattilo della Guardia costiera. A bordo dei mezzi navali anche team di sanitari del CISOM (corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta).


MSF: “I MIGRANTI SONO PARTITI DALLA TURCHIA SENZA SALVAGENTE”

“Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile”. Così Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella Jonica (RC) che oggi era al porto durante lo sbarco. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata – ha aggiunto – i superstiti hanno parlato di 65 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto – ha concluso – che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”.

I FATTI

L’attività, riporta una nota della guardia costiera, è stata avviata a seguito di un ‘may-day’ lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 miglia dalle coste italiane, al limite delle aree SAR di competenza della Grecia e dell’Italia che, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, recuperava a bordo 12 migranti, sbarcati successivamente in Calabria nel porto di Roccella Jonica (RC). Uno dei migranti è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. Raccolto il mayday il Centro di Coordinamento del soccorso marittimo italiano (IMRCC) della Guardia costiera di Roma, dirottava immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo ATR42 della Guardia costiera e le motovedette CP305 e CP326 di stanza in Calabria.

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