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Abortire a Napoli tra obiettori e umiliazioni: il racconto “dell’ancella” di LNDFK

"Un ginecologo mi ha fatto credere di essere alla decima settimana e voleva farmi cambiare idea. MI hanno operata senza antidolorifici"

Pubblicato:17-06-2024 10:33
Ultimo aggiornamento:17-06-2024 18:10

Aborto lndfk
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ROMA – Abortire a Napoli, Italia, nel 2024. Linda Feki, in arte LNDFK, ha raccontato nei giorni su Instagram e oggi al Corriere della sera la trafila dell’umiliazione che ha dovuto subire tre mesi fa per interrompere la sua gravidanza. Tra personale obiettore, diritti negati a giorni alterni, e inquietanti “walk of shame”. Una lettura disarmante con la consapevolezza che l’artista potrebbe persino dirsi fortunata, visto che in alcune regioni italiani il percorso per l’aborto è addirittura più complicato, se non a volte impossibile.

Linda Feki la definisce “un’esperienza drammatica e violenta, mi sono sentita umiliata”. “Mi presento all’ospedale San Paolo di Napoli. Il ginecologo mi visita, non mi chiede nemmeno il nome, ma se avessi un partner e che lavoro facesse. E poi il suo conto non mi tornava. Dice che sono alla decima settimana. E aggiunge che se eravamo arrivati fino a questo punto voleva dire che il bambino in realtà volevamo tenerlo. Io ero convinta della mia scelta. Ed ero all’ottava settimana. Lo sapevo per certo perché il mio compagno vive in un’altra città. Il ginecologo allude che forse c’è un altro, dice che le macchine non sbagliano, e si rifiuta di firmare l’ecografia“.

Lei se ne va e consulta un ginecologo privato, “che mi spiega che erano stati messi dei parametri sbagliati. Conferma che ero all’ottava, come dicono anche al Caldarelli, dove decido di andare”. Nel più grande ospedale del Sud “le visite sono possibili solo il mercoledì perché negli altri giorni ci sono solo obiettori. La ginecologa decide per l’intervento, nonostante ci fossero le condizioni per utilizzare il farmaco, mi mettono in una stanza con altre due donne proprio di fronte alle partorienti. Né al mio compagno né a quello delle altre è consentito l’accesso. Eppure avere una persona accanto sarebbe importante. Non sono previsti degli antidolorifici e ad oggi mi chiedo se questo non fosse una sorta di punizione”.


IL DG DEL CARDARELLI CHIEDE UN INCONTRO CON LINDA FEKI

Il direttore generale dell’azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli Antonio d’Amore ha chiesto un incontro a Linda Feki. Il dg del Cardarelli ha chiesto di incontrare la musicista, evidenziando: “Le testimonianze dei pazienti ci hanno già aiutato a migliorare diversi servizi e possono essere preziose anche in questo caso”.
Secondo d’Amore l’ospedale ha “grande attenzione per questo percorso perché – spiega – riteniamo sia importante che un ospedale come il nostro, estremamente qualificato e di valenza nazionale, garantisca in ogni giorno dell’anno il diritto all’ivg per le donne che lo scelgono. Sappiamo che il momento dell’Interruzione volontaria di gravidanza è estremamente delicato e per questo riteniamo sia importante avere feedback sul nostro percorso”.
Dal Cardarelli fanno sapere che sono quattro i ginecologi che effettuano il servizio di Ivg, “garantendo l’attività ogni giorno dell’anno, in base alle esigenze delle donne e alle necessità organizzative”.
Ogni anno sono oltre 300 le donne che si affidano al Cardarelli per interrompere la gravidanza in modo volontario. Per loro – comunica ancora l’azienda ospedaliera – è previsto “il percorso indicato dalla legge: colloquio con assistente sociale e visita ambulatoriale (al Cardarelli è il mercoledì, ma in caso di urgenza si effettua anche in altri giorni); percorso di IVG farmacologico o, se il medico non lo ritiene opportuno, percorso chirurgico ogni giorno della settimana, in base alle esigenze della donna e alle opportunità organizzative.

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