NEWS:

Le 20 aziende in cui si lavora meglio in Italia secondo la Generazione Z

Vince il settore IT, la classifica vede al primo posto una realtà del Sud Italia

Pubblicato:17-06-2024 09:31
Ultimo aggiornamento:17-06-2024 15:48
Autore:

ragazzi
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Ricerca di un sano equilibrio tra lavoro e vita privata, sicurezza psicologica e possibilità di gestire con flessibilità le necessità personali: ecco gli elementi che i rappresentanti della Gen Z ricercano in un ambiente di lavoro.

lL RANKING BEST WORKPLACES FOR GEN Z

In Italia esistono ben 20 realtà virtuose in grado di riuscire a garantire ai giovanissimi collaboratori nati tra il 1998 e il 2012 degli elevati livelli di fiducia e soddisfazione nell’ambiente di lavoro (91%). Un dato, quello della Media Trust Index, superiore del 14% rispetto a quello fatto registrare dalla popolazione della Gen Z attiva nelle organizzazioni non presenti in classifica (77%). Sono questi alcuni dei principali dati che emergono dal ranking Best Workplaces for Gen Z stilato per la prima volta da Great Place to Work Italia, società di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa, ascoltando il parere espresso da 3.407 collaboratori di 99 organizzazioni, suddivise in base al numero di dipendenti (10-49, 50-149, 150-499 e più di 500). Tra queste, il 40% appartiene al settore IT mentre una su 4 (25%) è attiva nel settore dei servizi professionali; agricoltura, servizi finanziari e assicurazioni, alberghiero, manifattura e produzione, media e retail sono gli altri settori rappresentati in classifica.

HEADQUARTER IN ITALIA

Due organizzazioni su 3 (65%) hanno l’headquarter in Italia e, a livello di distribuzione territoriale tra le regioni, il 60% ha sede in Lombardia, seguono Puglia, Veneto e Lazio con un 10% a testa e chiudono la classifica il Piemonte e l’Emilia Romagna (5% l’una). La Generazione Z nelle aziende ‘Best’ apprezza particolarmente gli aspetti di socialità sul luogo di lavoro, valutando positivamente il rapporto con i colleghi, il team e l’accoglienza ricevuta. Tanto da arrivare, nel 93% dei casi, a raccomandare l’organizzazione per cui lavorano come eccellente ambiente di lavoro ad amici e conoscenti, con un gap di 13 punti percentuali rispetto alle aziende non in classifica.


LA CLASSIFICA

Andando ad analizzare la lista delle top 20 migliori aziende in cui lavorare secondo la Gen Z, troviamo al primo posto la pugliese Apuliasoft, realtà con sede a Bari attiva nello sviluppo software. Completano il podio Quantyca, impresa brianzola con sede a Monza che si occupa di consulenza IT e la milanese Accuracy, attiva nel settore della consulenza gestionale al management aziendale. “Siamo molto orgogliosi di aver dato voce, con questa prima edizione del ranking, alla generazione più giovane attiva all’interno degli ambienti di lavoro- dichiara Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia- La Generazione Z si dimostra più entusiasta circa gli aspetti legati al management con una visione positiva sul passaggio d’informazioni e aspettative, sintomo della percezione di un’ottima comunicazione, che passa sia dai responsabili sia dalla direzione aziendale. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti quali licenziamenti e retribuzione su cui risultano più insoddisfatti, soprattutto rispetto alle generazioni più mature (Baby Boomer, Gen X e Millennial).

È interessante notare, invece, come per le organizzazioni sia più difficile agganciare la Generazione Z sul ‘purpose’, il versante più emotivo che determina la motivazione personale e l’orgoglio per il lavoro. Se per le generazioni precedenti l’origine nella scelta di un nuovo impiego era principalmente determinata dall’immagine del brand e dalla sua potenza a livello commerciale, per i giovani non basta: responsabilità sociale, Esg, parità di trattamento e immedesimazione nei valori aziendali sono i nuovi fattori chiave. Spetta ora alle aziende – conclude Bedusa – riadattarsi nella direzione di un mercato in cui appaiono coloro che per la prima volta si mostrano più sensibili agli aspetti valoriali ed emotivi”.

Nel confronto tra i Best Workplaces for Gen Z e le realtà analizzate ma non rientrate in classifica, ovvero le cosiddette “rest”, le dimensioni più simili riguardano la credibilità e l’equità. Tra i temi più apprezzati dai collaboratori della Gen Z delle organizzazioni Best vi è l’integrità dei responsabili con cui lavorano rispetto alla trasparenza nella comunicazione circa eventuali questioni e cambiamenti di rilievo all’interno dell’azienda (91%), con un distacco di ben 22 punti nel confronto con le aziende non classificate (69%).

Sempre sulla stessa tematica emerge invece il tema dei licenziamenti: i valori fondamentali nella relazione tra il singolo e l’azienda non creano un distacco netto tra le persone delle aziende classificate (88%) e tra quelle non rientrate in classifica (85%). Per la Gen Z la possibilità di ricevere riconoscimenti si traduce in una maggiore fiducia di autorealizzazione attraverso il lavoro e la valorizzazione dell’impegno profuso, con una differenza di ben 25 punti percentuali (83%) rispetto ai colleghi delle organizzazioni non in classifica (58%), insieme a un autorevole distacco di 23 punti nella percezione positiva delle promozioni, che vanno a chi le merita di più (86% vs 63%). Nei Best Workplaces la fiducia della Gen Z nei confronti del vertice aziendale raggiunge livelli elevati (94%), traducibile in un’alta coerenza ai valori aziendali, alla strategia di business e a una maggiore propensione a diventare ambassador dell’organizzazione per cui si lavora. La Gen Z nelle aziende Best Workplaces percepisce maggiori opportunità di poter sviluppare nuove e migliori modalità di lavoro rispetto ai coetanei che lavorano nelle aziende non in classifica: il 57% degli zoomer afferma, infatti, di aver avuto, nel corso dell’ultimo anno, molte opportunità d’innovazione nei processi e nelle attività, contro il 34% nelle Rest. Gli zoomer delle Best riconoscono che l’ambiente di lavoro incentiva e supporta la sperimentazione, riportando un 88% di risposte positive all’Innovation Item, contro il 68% delle aziende non in classifica.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy