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Vigile spara a una collega e la uccide: tragedia in provincia di Bologna

Il femminicidio è avvenuto nella sede del Comando della Polizia locale. I motivi potrebbero essere legati a una storia tra i due. Il sindaco proclamerà il lutto cittadino

Pubblicato:16-05-2024 18:43
Ultimo aggiornamento:17-05-2024 23:10
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comuni sciolti per mafia
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BOLOGNA – Tragedia, oggi pomeriggio, ad Anzola dell’Emilia, nel bolognese. Poco dopo le 16 un vigile di circa 60 anni ha sparato ad una collega poco più che trentenne, uccidendola, nella sede del Comando della Polizia locale.

A quanto si apprende, l’uomo ha sparato con la pistola d’ordinanza, e poi si è fatto arrestare senza opporre resistenza. Ancora sconosciute le cause del delitto: una delle ipotesi, comunque ancora da verificare, è che all’origine del gesto ci sia la fine di una relazione sentimentale tra la vittima e l’assassino.

Al momento non si sa se il colpo sia stato sparato intenzionalmente o se sia partito accidentalmente durante una colluttazione tra i due vigili. Sul posto ci sono i Carabinieri e la zona è completamente blindata.


OMICIDIO ANZOLA, SINDACO PROCLAMERÀ LUTTO CITTADINO

Il sindaco di Anzola dell’Emilia, Giampiero Veronesi, intende proclamare il lutto cittadino dopo l’omicidio della 33enne agente del presidio di Sala Bolognese della Polizia locale Sofia Stefani, uccisa questo pomeriggio nella sede del Comando dei vigili con un colpo di arma da fuoco. Ad annunciarlo è lo stesso primo cittadino in un post sulla sua pagina Facebook, in cui definisce quanto avvenuto oggi “un fatto gravissimo ha letteralmente devastato la nostra comunità”.

A sparare, a quanto si apprende, sarebbe stato il 63enne Giampiero Gualandi, già comandante della Polizia locale Terre d’Acqua, che sempre a quanto si apprende si sarebbe difeso dicendo che il colpo è partito accidentalmente mentre puliva la pistola. Nel suo post, Veronesi scrive che “il tempo e gli inquirenti determineranno chi e perché ha sparato quel colpo”, affermando che “in questa fase questo non ci deve interessare, e men che meno dobbiamo attivare meccanismi insani di morbosa curiosità”. Al contrario, prosegue, “noi tutti dobbiamo innanzitutto avere il massimo rispetto per le persone e le famiglie coinvolte e devastate da questa brutta vicenda e dobbiamo esprimere la nostra massima vicinanza alla famiglia di Sofia ed a tutti i suoi cari”.

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