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Pellegrini italiani on line con Padre Gabriel a Gaza: ‘La guerra è terribile…”

Raccoglie anche le parole del parroco di Gaza, il viaggio in Terra santa guidato dal Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, alla testa di 162 pellegrini partiti dall'Italia

Pubblicato:15-06-2024 18:06
Ultimo aggiornamento:16-06-2024 12:08

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BETLEMME – “Stiamo bene, però non vuol dire che la guerra non continui ed è terribile”. Raccoglie anche le parole di padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, il viaggio in Terra santa guidato dal Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, alla testa di 162 pellegrini partiti in gran parte dal capoluogo emiliano e da altre città del Nord Italia. Nella tappa di Betlemme, da remoto, hanno potuto dialogare ‘in viva voce’ con padre Gabriel: è successo ieri sera, al termine di un giorno che ha visto combattimenti meno vicini a dove si trova; qui tempo fa due donne erano state colpite e uccise da un cecchino proprio dentro la parrocchia.

Lo racconta lo stesso padre Gabriel: “L’altra sera l’esercito era ad un chilometro…”, insomma vicinissimo, “oggi (ieri, ndr) i combattimenti sono più lontani, si sono spostati: c’è un po’ più di calma”. La guerra va e viene, e logora. La “cosa peggiore è che le persone si sentono depresse, sconfitte, hanno sentito parlare tante volte di una tregua” che ogni volta sembra possibile e poi sfuma. In tutto questo, tra non poche difficoltà (acqua, un’ora al giorno di elettricità), “aiutiamo migliaia di persone”: sulla parrocchia di Gaza gravitano 2.200 famiglie “e il bisogno si vede che è enorme”. Si cerca come si può di guarire i malati, “c’è chi vorrebbe andarsene”, chi non riesce e chi ormai “non pensa niente. Tanti fuggono e il mio tornare qui dà un po’ di aiuto”, dice ancora padre Gabriel. Ad esempio, sono ripartite le lezioni (non la scuola) per i bambini, 150 bambini rifugiati. Ma stare “in 500 in parrocchia per otto mesi non è facile”, ricorda il religioso senza comunque smarrire un sorriso.

“La guerra distrugge tutto, però stiamo bene, la fede è solida, preghiamo”, racconta ancora padre Gabriel mentre la connessione va e viene e si mangia qualche parola.
Le ultime, prima di salutarsi, però si sentono bene: “Continuiamo a pregare per la pace, per Israele e per la Palestina, questa guerra non porta niente di buono”. Zuppi dal canto suo promette: “La prossima volta veniamo a trovarti, veniamo presto”.


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