ROMA – Quello tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è ormai un battibecco continuo: anche questa mattina, infatti, i due vicepremier sono tornati a prendersi di mira. Il motivo? Lo spread, che questa mattina ha superato quota 290, pericolosamente vicino alla soglia dei 300 punti.
LEGGI ANCHE: VIDEO | Boccia: “Anche il linguaggio fa alzare lo spread, chi è al governo faccia attenzione”
Per il leader pentastellato, il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è tornato a salire per le dichiarazioni di Salvini sullo sforamento del tetto del 3% di deficit: “Ogni giorno- ha detto Di Maio- sento dalla Lega minacce di far cadere il governo, per me deve andare avanti per cambiare il Paese. In queste ore ci sono fibrillazioni per lo spread e per le dichiarazioni fatte dal leader della Lega sul 3%. Io voglio andare avanti e chiedo alla Lega di essere collaborativi”.
Immediata la replica del ministro dell’Interno: “Lo spread non mi preoccupa assolutamente, prima viene il diritto al lavoro e alla salute degli italiani”, dice Salvini a margine dell’assemblea di Rete Imprese. “Rivedere i vincoli europei, la gabbia europea per tornare a crescere, è un dovere”, ribadisce.
Il leader leghista risponde poi al collega Di Maio: “I suoi continui attacchi? No problem. Mi dispiace che faccia così, speriamo che tra una settimana finisca. L’agenda del ministro dell’Interno fortunatamente è abbastanza densa da non avere tempo per rispondere a queste cose”.
Infine, un affondo contro la misura simbolo degli alleati di governo: “Il reddito di cittadinanza non è il futuro dell’Italia, invece dei 780 euro famosi saranno 3-400, è una toppa e non è il futuro per la crescita del paese”. Occorre “ridurre le tasse alle imprese, servono scelte coraggiose” dice Salvini.
LEGGI ANCHE: Conte: “Non sarà facile evitare l’aumento dell’Iva. Ci proviamo”
“Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee“. Lo dice il ministro dell’economia Giovanni Tria.
“Ingiustificato- aggiunge- perché gli obiettivi di finanza pubblica del governo sono quelli proposti dal governo stesso e approvati dal parlamento con il Documento di economia e finanza. Il governo è al lavoro perché questi obiettivi siano raggiunti nel quadro di una politica di sostegno alla crescita e all’occupazione”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it