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Sos dalla Romagna, i sindaci: “Salviamo le spiagge, senza regole qui il turismo non ha futuro”

I primi cittadini di Ravenna, Rimini & co. al fianco dei bagnini nel pretendere dal governo regole chiare sulle concessioni balneari. Al via la petizione sotto l'ombrellone

Pubblicato:14-06-2024 18:22
Ultimo aggiornamento:14-06-2024 18:25

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RIMINI – Mayday-mayday, la Romagna chiama Roma: sulle concessioni balneari si scherza con il fuoco, così il turismo, qui, affonda. È panico da deregulation sulle spiagge in Romagna.

I sindaci di centrosinistra della costa romagnola si schierano a fianco della coop bagnini nella richiesta di chiarezza in materia di concessioni demaniali. “In assenza di regole chiare ed eque non c’è futuro per il turismo balneare. È una follia, eppure c’è ancora qualcuno che se ne esce con fuori dalla Bolkestein”, sottolinea il sindaco di Ravenna, e presidente della provincia, Michele De Pascale, partecipando questa mattina alla presentazione a Rimini di Manifesto e petizione di Legacoop Romagna “Salviamo le spiagge della Romagna”.

DE PASCALE: “LA ROMAGNA ALZI LA VOCE E PRETENDA DAL GOVERNO UNA LEGGE CHIARA


Non c’è comprensione del rischio che la Romagna corre“, argomenta il primo cittadino ravennate, non si tratta infatti “solo di una questione di equità e giustizia per le imprese, si scherza con fuoco“, tra mancanza di regole e ricorsi dell’Agcom nei confronti dei Comuni che assumono scelte. Il quadro è presto fatto: “Lo Stato delega la competenza alle Regioni che la sub-delegano ai Comuni e l’Autorithy afferma che devono disapplicare la normativa e inventarsene una”. Appunto “una follia”, con il rischio di dovere intervenire “da mattina a sera, quindi non seriamente, e fare un disastro”. Se le evidenze poi premieranno il merito, non ha dubbi De Pascale, “in Romagna i migliori sono gli attuali concessionari”. Ecco perché, tira le somme, la Romagna “deve alzare la voce e pretendere dal governo una posizione e una legge chiara”. La “grave incertezza e l’assenza di decisioni” sono stigmatizzate anche dal Comune di Rimini: “La politica vera non scappa ma decide”.

Lucchi e De Pascale

Paolo Lucchi (Legacoop) e Michele De Pascale (Sindaco di Ravenna)

I SINDACI DEM SONO PREOCCUPATI: “NON SAPPIAMO COME FARE LE GARE”

Mentre l’appena confermato sindaco di Misano Adriatico Fabrizio Piccioni torna sulla richiesta di sospensiva da parte di Agcom, chiarendo che “non sappiamo come fare le gare” e “ci potrebbe essere una decadenza del titolo durante il periodo estivo”. Da qui la necessità di fare “massa critica. Siamo molto preoccupati di arrivare a fine anno con le procedure per le assegnazioni in primavera. L’incertezza penalizza la spiaggia, non si investe”. Il primo cittadino sprona dunque a “lavorare con criteri unici tra Comuni a procedure che tengano conto delle peculiarità ma parlando lo stesso linguaggio”.

LE PARLAMENTARI ROMAGNOLE PD: “FARE MASSA PER MANDARE UN SEGNALE A ROMA”

Raccoglie l’appello la parlamentare del Partito democratico Ouidad Bakkali: “Siamo finiti in un tunnel perché è mancata una strategia. La questione va trattata in maniera sinergica”, anche perché tra Pnrr e alluvione i Comuni faranno fatica a gestire centinaia di bandi. Per una legge quadro, evidenzia la dem, “serve tempo e dialogo. L’urgenza è fare massa e smobilitare la parte romana“, così come difendere “il nostro modello di spiaggia democratica”. Di certo, non nasconde la consigliera regionale del Pd, Nadia Rossi, non sempre in accordo con gli operatori balneari, “la questione non è facile, ci sono delle frammentazioni, anche nella nostra regione”. Ma si deve lanciare “un segnale a Roma. La Regione- conclude- non si tira indietro a coordinare i Comuni. Saremo forti se uniti e non è sempre stato così, in particolare qui a Rimini”.

COOP BALNEARI: “SERVE UNA LEGGE CHE METTA ORDINE… ‘ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO'”

I sindaci sono al fianco quindi delle cooperative balneari romagnole che rompono gli indugi e chiedono al governo Meloni chiarezza al più presto in materia di concessioni demaniali. Così da tutelare il modello “democratico” creato. Lo fanno lanciando oggi il “Manifesto di Rimini” e la conseguente petizione “Salviamo le spiagge della Romagna”, da firmare anche sotto l’ombrellone, con cui Legacoop Romagna chiede alla politica così come a turisti e residenti di prendere una posizione.
Il Manifesto di Rimini, nello specifico, chiede al governo una legge di riordino delle concessioni, la difesa della continuità lavorativa, il riconoscimento del valore di mercato delle imprese, la salvaguardia e la continuità dell’attuale modello di servizi, il riconoscimento dell’esperienza e professionalità delle imprese. Le cooperative, specifica subito alla stampa convocata questa mattina in spiaggia a Rimini il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi, sono “più arrabbiate di Bud Spencer e Terence Hill nel film Altrimenti ci arrabbiamo“. Infatti “da troppi anni” si registra “superficialità”, servono “due salti di qualità”. Da un lato per creare “un fronte ampio e compatto” tra Regione, Comuni, parlamentari e gestori; dall’altro dal governo per garantire “serietà e impegno”. L’obiettivo, sottolinea Lucchi, è “evitare gare fatte nei territori in maniera diversa” ed arrivare entro l’anno a una “piattaforma comune per tutta la costa emiliano-romagnola”.

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