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Toti ai domiciliari, il gip: “Può corrompere ancora per elezioni 2025”. Il Pd: “Si dimetta”

Ecco perchè secondo il giudice Paola Faggioni Toti deve rimanere agli arresti domiciliari. da un lato potrebbe fare pressioni su funzionari e dirigenti, dall'altra inquinare le prove o reiterare il reato

Pubblicato:14-06-2024 14:57
Ultimo aggiornamento:14-06-2024 15:08

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GENOVA – Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, “permane l’esigenza cautelare connessa al pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghe condotte criminose”, in particolare “in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali)”, per cui lo stesso Toti “aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”. Lo scrive la gip del Tribunale di Genova, Paola Faggioni, nell’ordinanza di rigetto dell’istanza di revoca o, in subordine, di sostituzione degli arresti domiciliari per il governatore depositata oggi. Per il magistrato “non sono emersi elementi sopravvenuti idonei a modificare il grave quadro indiziario a carico“, neppure “all’esito dell’interrogatorio reso dall’indagato davanti al pubblico ministero”. Di conseguenza, sottolinea, “permangono le esigenze cautelari così come evidenziate nell’originaria ordinanza cautelare”.

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I POSSIBILI “CONDIZIONAMENTI” SU FUNZIONARI E DIRIGENTI

Inoltre, Faggioni rileva che permangono anche “in modo attuale e concreto, le esigenze connesse al pericolo di inquinamento probatorio, tenuto conto della particolare fase del procedimento, in cui le indagini sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall’indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi”. Tale rischio, aggiunge, “si profila, chiaramente, in modo particolarmente elevato ove l’indagato riprenda l’esercizio delle funzioni svolte”. Insomma, per la giudice gli arresti domiciliari appaiono una misura “proporzionata alla gravità dei fatti e adeguata in relazione al grado elevato di esigenze cautelari da soddisfare”.


MISURE ATTENUATE “SONO INADEGUATE”

Faggioni ricorda, inoltre, che l’applicazione di una misura di tipo interdittivo meno afflittiva “quale quella della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, è preclusa dal divieto previsto dal terzo comma dell’articolo 289 del Codice di procedura penale, che statuisce che ‘la misura non si applica agli uffici elettivi ricoperti per diretta investitura popolare’ (quale quello ricoperto dal Presidente della Regione Liguria)”. In ogni caso, conclude, “l’applicazione di misure cautelari meno afflittive appaiono, allo stato, del tutto inadeguate rispetto alle esigenze cautelari tuttora presenti”.

NATALE (PD): “BASTA ACCANIMENTO, TOTI SI DIMETTA E SI VOTI”

“Basta accanimento terapeutico nei confronti dei cittadini liguri. La Liguria ha bisogno di un presidente nel pieno delle proprie funzioni. Chiediamo a Toti un atto di responsabilità e trasparenza: si dimetta e consenta ai liguri di andare al voto al più presto”. Così all’agenzia Dire il segretario del Partito democratico in Liguria, Davide Natale, commentando il rigetto da parte della gip Paola Faggioni dell’istanza di revoca degli arresti domiciliari per il governatore. “Si prenda atto che non si può più andare avanti in questo modo: ci sono sfide importantissime da affrontare- prosegue il dem- voler mantenere questa situazione è l’ennesimo e sempre più pesante attacco che questo centrodestra sta facendo ai liguri, alle imprese liguri e a quelle che vogliono venire a investire in Liguria”.

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