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Fabio Maria Damato fuori dalle società di Chiara Ferragni. Lui: “Non sono stato licenziato, mi sono dimesso”

Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l. confermano ufficialmente la separazione tra lo storico manager e l'iimprenditrice digitale e scrivono: "Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale"

Pubblicato:13-06-2024 14:32
Ultimo aggiornamento:13-06-2024 15:35

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ROMA – Fabio Maria Damato lascia ufficialmente le società di Chiara Ferragni. Dopo la discesa in campo di mamma Marina Di Guardo, ora direttrice generale della holding Sisterhood, le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l. annunciano “che, a partire dal 16 giugno 2024, Fabio Maria Damato cesserà dalla funzione di Direttore Generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali. Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale“. Lo storico manager era nella squadra dell’imprenditrice digitale dal 2017.

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Era stato lui ad essere criticato da Fedez dopo lo scoppio dello scandalo Balocco, caso che vede indagato anche lo stesso Damato. Il rapper, ai microfoni di Belve, aveva detto: “Chiara poteva gestire meglio la situazione, tutti vedono la cattiva fede: io sono sicuro che non ci sia cattiva fede. Lei ha scelto di prendersi tutte le responsabilità, lei poteva e doveva spiegare che le responsabilità non sono tutte sue“. E nello specifico “di un manager, uno solo”.


Damato non ha mai commentato direttamente le accuse, ha solo detto: “Sono solo un suo dipendente”. Negli ultimi mesi, la lunga amicizia tra Chiara e Fabio si è interrotta bruscamente. Secondo quanto scritto da Il Messaggero, l’ex manager avrebbe chiesto una liquidazione di circa 4 milioni di euro.

FABIO MARIA DAMATO SMENTISCE TUTTO

Damato, dalle storie del suo profilo Instagram, ha smentito tutto. Dal licenziamento alla cifra della liquidazione percepita. “Domani sarà il mio ultimo giorno da general manager di Tbs Crew e Chiara Ferragni brand”, scrive l’ormai ex manager. E, dopo aver ribadito l’affetto e la stima per Chiara Ferragni, spiega: “Lo scorso febbraio, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le mie dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono”. E aggiunge: “A dimostrazione di questo ho accolto fino alla fine le necessità della società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento“.

I GUADAGNI E LA LIQUIDAZIONE

“Nei mesi ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni. Putroppo (per me)- spiega- non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai percepito da membro dei due consigli di amministrazione quei fantastici compensi di cui si scrive, perché sono ruoli che ho ricoperto a titolo gratuito fino alla mia uscia volontaria”.

“Per finire- scrive- nel segno della coerenza, al momento delle mie dimissioni volontarie da tutte le cariche, non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tantomeno da 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti di legge a qualsiasi lavoratore dipendente“.

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