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Regionali, il Lazio torna al centrodestra: l’ultima vittoria con Polverini nel 2010

Dopo arrivò Nicola Zingaretti, che è rimasto governatore per due mandati, impresa mai riuscita a nessuno

Pubblicato:13-02-2023 22:35
Ultimo aggiornamento:13-02-2023 23:07

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ROMA – Era dal 2010 che il centrodestra non vinceva le elezioni regionali nel Lazio. Era il 28 marzo, c’era ancora il Pdl, ma a Roma l’ex partito di centrodestra non riuscì a presentare la sua lista per il fatale panino di Alfredo Milioni, che secondo la leggenda arrivò in ritardo in Tribunale per mettere sotto i denti pane e prosciutto. Del M5S non c’era ancora traccia, mentre il Pd, e tutto il centrosinistra, si incartò sulla scelta del candidato virando su Emma Bonino dopo varie giravolte. Alla fine vinse Renata Polverini, fino ad allora impegnata in prima linea con il sindacato Ugl. Insieme a lei il ‘guru’ della comunicazione Claudio Velardi, che per l’occasione coniò lo slogan vincente ‘Con te’. Anche oggi Velardi è stato protagonista alle regionali, ma ha aiutato Alessio D’Amato. L’esperienza di governo di Polverini durò fino al 24 settembre del 2012, quando si dimise per lo scandalo dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale.

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Uno dei volti noti di quella stagione era ‘Batman’ Franco Fiorito, considerato il simbolo della chiusura anticipata dell’amministrazione. Il sindaco di Roma era Gianni Alemanno, e insieme all’ex governatrice nel 2010 firmò il famoso ‘Patto della pajata’ con la Lega di Umberto Bossi.

Un’era politica fa. Dopo Polverini, nel 2013 arrivò Nicola Zingaretti, fino ad allora in predicato di candidarsi a sindaco di Roma dopo aver trascorso cinque anni alla guida della Provincia di Roma (l’abolizione dell’elezione diretta dei presidenti delle Province sarebbe arrivata nel 2014 con la riforma Delrio). Con un colpo di scena, l’ex segretario del Pd preferì candidarsi alla Regione, lasciando la sfida per il Comune di Roma al chirurgo Dem Ignazio Marino. Il resto è storia. Zingaretti è rimasto governatore per due mandati, impresa mai riuscita a nessuno. Ora è il turno di Francesco Rocca, un profilo ‘civico’ con una lunga esperienza alla guida della Croce rossa, che si afferma con numeri importanti e con una coalizione dove FdI reciterà il ruolo di protagonista rispetto agli alleati.

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L’unico nemico del centrodestra, in questo caso, può essere solo il centrodestra stesso. Se Rocca saprà tenere insieme le varie anime della coalizione avrà dalla sua tutti i numeri per portare alla fine la sua esperienza di governo, lasciando il segno. L’opposizione, nel frattempo, proverà a pensare cosa vuole fare da grande.

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