“I ragazzi piangevano, io volevo spaccare tutto”: Sarri ricorda lo scudetto del Napoli “perso in albergo”

"Il mio scudetto alla Juve? Fu un percorso di grande sofferenza. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea"

ROMA – Maurizio Sarri ricorda il famigerato scudetto perso dal Napoli “in albergo”. La notte di Inter-Juventus, vissuta dal Napoli in un hotel di Firenze. Lo racconta al Corriere della Sera, con la serenità di chi nel frattempo ha elaborato il trauma, disinnescandolo con un titolo alla Juve, un passaggio in Premier e poi l’avventura alla Lazio. “Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Inter-Juventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve”.

A proposito di scudetti e Juve…, il suo arrivo a Torino fu vissuto come un tradimento dai napoletani: “Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco. Le storie più belle del calcio sono quelle in cui non si è vinto. Con De Laurentiis ho avuto un rapporto non sempre facile, ma lo ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Comprerò casa a Napoli”.

Poi analizza il momento di stasi della carriera. Dopo la Lazio nessuno l’ha ancora chiamato: “Si punta sui giovani, e va anche bene. Ma l’esperienza resta un valore, non va cestinata. Basta vedere l’età degli allenatori che quest’anno hanno vinto Conference, Europa e Champions League: 63, 66 e 65 anni. Non è un caso. Poi, certo, se nessuno mi ha cercato probabilmente è stato perché ho sbagliato anche io qualcosa, una riflessione intima va fatta”.