NEWS:

Dà fuoco al fratello per incassare l’assicurazione sulla vita, fermato 36enne

La polizza era stata stipulata dalla vittima più di un anno prima proprio su iniziativa del presunto killer, unico beneficiario della stessa

Pubblicato:12-04-2022 17:02
Ultimo aggiornamento:13-04-2022 11:56

carabinieri napoli-min
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – Avrebbe dato fuoco al corpo del fratello, dopo averlo aggredito e tramortito, mentre la vittima era ancora in vita. Sarebbe questa la dinamica dell’omicidio di Domenico Martone, 33enne di Sant’Antonio Abate (Napoli) ammazzato dal suo familiare, M.A., di 36 anni, ora in stato di fermo. La procura di Torre Annunziata ipotizza che l’omicidio sia stato premeditato. Obiettivo del 36enne era riscuotere l’indennizzo di una polizza assicurativa sulla vita della vittima, stipulata più di un anno prima proprio su iniziativa del presunto killer, unico beneficiario della stessa.

Il cadavere carbonizzato di Domenico Martone fu ritrovato lo scorso 30 marzo nelle campagne di Lettere. In quell’occasione i carabinieri, allertati da alcuni residenti della zona che avevano notato il propagarsi delle fiamme e una colonna di fumo alzarsi da un fondo agricolo, erano intervenuti in un terreno distante poche centinaia di metri dal centro abitato di Sant’Antonio Abate dove avevano rinvenuto il cadavere di un uomo completamente carbonizzato, ancora avvolto dalle fiamme, adagiato sotto una piccola tettoia. I primi accertamenti hanno permesso di ipotizzare che si trattasse di Domenico Martone: all’interno dell’auto della vittima, parcheggiata in una stradina distante poche decine di metri dal luogo del ritrovamento del corpo, era presente il green pass del 33enne.

La vittima era priva di qualsiasi precedente penale e di polizia. Questa circostanza ha indotto gli inquirenti a focalizzare l’attenzione investigativa sul contesto familiare del 33enne. L’analisi delle immagini di videosorveglianza pubbliche e private della zona ha poi permesso di ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima e di accertare la presenza sul luogo del delitto, in un orario compatibile con quello in cui è stato commesso l’omicidio, del fratello del deceduto e di ricostruire il tragitto percorso da quest’ultimo, a piedi, nell’allontanarsi dal luogo dell’omicidio. Il decreto di fermo emesso dalla procura oplontina è stato eseguito questa mattina dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia.

Al 36enne è contestato il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abbietti, per averlo commesso con il movente di riscuotere l’indennizzo dell’assicurazione sulla vita del fratello, e dalla crudeltà, per avere dato fuoco al suo congiunto mentre era ancora in vita. L’adozione del provvedimento di fermo si è resa necessaria per “il concreto e fondato pericolo di fuga del presunto autore dell’omicidio”: l’uomo, un marittimo, è legato da vincoli affettivi a una persona di nazionalità straniera e residente all’estero. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nella casa circondariale di Napoli Poggioreale, a disposizione dell’autorità giudiziaria per la convalida del fermo.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy