BOLOGNA – Tragedia ad Aosta dove una bimba è morta nella notte all’ospedale Beauregard sotto gli occhi dei medici che non hanno potuto fare nulla per salvarla. Ora sarà l’autopsia a stabilire quale problema o patologia abbia avuto. I medici, finora, non sono riusciti a capirlo e i vertici della sanità regionale non si danno pace: “Dobbiamo trovare una spiegazione“, dice il direttore sanitario dell’Usl della Valle d’Aosta a La Stampa, Mauro Occhi. “Tutto il reparto è sotto choc. Per noi è una tragedia“, dice ancora. Una tragedia che non trova spiegazioni e quindi ancora più dura da accettare: “La bambina è entrata in ospedale con un codice di bassa gravità: questa situazione è un grande punto interrogativo“, dice ancora Occhi.
Intanto, questi i fatti per le prime informazioni che è stato possibile ricostruire: la bambina era stata accompagnata al pronto soccorso pediatrico una prima volta nella notte tra domenica e lunedì perché vomitava. Era stata visitata dalla pediatra di guardia, tenuta in osservazione e reidratata, poi dimessa. la famiglia è tornata poi lunedì pomeriggio in ospedale perchè la situazione non migliorava e la bambina aveva ancora mal di pancia, erano circa le 17. Durante questa seconda visita la bimba è stata sottoposta a nuovi controlli, tra cui un secondo emogas, a un tampone ed è stata sottoposta a una terapia idratante endovenosa. Alla sera, si legge in una nota della Usl, “la pediatra ha visitato la bambina che era tranquilla e rispondente. Più tardi, invece, le condizioni cliniche sono precipitate e la pediatra, insieme alla rianimatrice presente in reparto e al Direttore reperibile, è intervenuta subito. La bambina ha perso conoscenza intorno all’1:40. L’intervento immediato e tempestivo di rianimazione, è durato oltre un’ora. Durante le manovre di rianimazione è intervenuta anche una seconda rianimatrice. Purtroppo, il decesso è avvenuto alle 3”.
“Ora arriveranno le relazioni tecniche da parte dei medici he sono intervenuti e poi verrà fatta l’autopsia”, dichiara alla Stampa il primario di Pediatria, Paolo Serravalle: “Avremo delle risposte solo dopo l’autopsia, che è stata richiesta da noi. Abbiamo fatto una rianimazione lunga e completa, che purtroppo è risultata vana. I genitori e i nonni sono stati assistiti da un supporto psicologico, già nelle fasi dell’aggravamento e dopo il decesso della bimba”.
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