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VIDEO | Zerocalcare svela il rapporto col padre: “Io una grande delusione: non mi piacevano la Roma e le macchine”

L'autore al Salone del Libro di Torino presenta il suo ultimo libro: 'Quando muori resta a me', la storia del rapporto con suo padre

Pubblicato:11-05-2024 14:51
Ultimo aggiornamento:21-05-2024 23:32

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TORINO – È tra gli ospiti più attesi del salone del libro di Torino. Michele Rech, in arte Zerocalcare, presenta sabato 11 maggio alle ore 15.30, nell’Auditorium del Lingotto, la sua ultima opera: Quando muori resta a me. Un libro autobiografico a metà, come ha spiegato (a ragion veduta) questa mattina il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, introducendo l’intervista all’autore, nello stand del quotidiano di Torino all’interno di Salto24. “Parla di lui ma anche di tutti noi – dice Malaguti – , un libro che racconta la sua vita e il trauma che si vive, anche se non lo si sa, nel momento in cui c’è un divorzio tra genitori. Due volte interessante perché questo libro arriva a 50 anni esatti dalla legge sul divorzio“.

QUALSIASI COSA COMPRI, PER PAPÀ IL MOTTO È SEMPRE: “QUANDO MUOIO RESTA A TE”

‘Quando muori resta a me’ è il racconto del rapporto tra Zerocalcare e suo padre, fin dal titolo. “Quando compra qualsiasi tipo di zozzeria – dice il fumettista – , dalla collezione di auto che hanno vinto la 24 ore di Le Mans negli ultimi 50 anni a una pianta grassa, il motto è sempre quello: quando muoio resta a te”. Cambia coniugazione e la copertina è fatta.

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“PENSAVO GLI PIACESSERO SOLO LA ROMA E LA FORMULA UNO. IO ERO LA GRANDE DELUSIONE”

Un libro che lo ha aiutato a scoprire chi è veramente suo padre. “Una persona che ritenevo molto distante dai miei interessi: pensava alla Roma e alla Formula Uno, basta. Io ero la grande delusione, perché una pippa con lo sport e non mi interessavano le auto. Invece, mettendo insieme dei pezzi di racconto che prima non avevo gli strumenti per decodificare, ho scoperto la politica e la partecipazione pubblica hanno attraversato anche la biografia di mio padre, negli anni in cui erano molto più presenti e diffuse nella vita delle persone. Quindi parliamo di qualcuno decisamente più complesso dell’idea adolescenziale che avevo di lui”.

“IN MACCHINA, ANCORA OGGI, SOLO 883”

La colonna sonora di quell’epoca era sempre la stessa: “Per me Max Pezzali è un padre della Patria, nulla è all’altezza degli 883. Li associo però ai viaggi in macchina con i miei genitori da ragazzi. E in realtà ancora oggi, se mi ritrovo in auto con mio padre ormai la playlist è quella lì, Spotify l’ha targhettizzato”.

PEGGIO BAGGIO O LE VELINE?

Si chiude con una battuta: “Peggio Baggio o le Veline? Peggio Baggio, anche perché poi sono un fan della capocciata di Zidane…”

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