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Cime Bianche, lo studio di fattibilità boccia la funivia: “Ammette l’insostenibilità”

Lo studio è stato commissionato dalla Monterosa spa e realizzato dalla Montecno di Bolzano per un costo di 403.000 euro. Per il Cai e il comitato Ripartire dalle Cime Bianche si tratta di uno documento "zoppo" con "vistose e fondamentali carenze"

Pubblicato:05-09-2023 13:51
Ultimo aggiornamento:05-09-2023 13:52
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AOSTA – “Depurato dalle velature propagandistiche e dalle monomissioni dei dati, imposte dalla committenza, lo studio stesso ammette l’insensatezza e l’insostenibilità di una linea funiviaria nel vallone delle Cime Bianche, peraltro completamente a carico dei contribuenti valdostani”. Lo dice Marcello Dondeynaz dell’associazione Ripartire dalle Cime Bianche, intervenuto questa mattina durante la conferenza stampa convocata insieme al Cai della Valle d’Aosta per analizzare lo studio di fattibilità del collegamento intervallivo tra la val d’Ayas e la Valtournenche. Lo studio è stato commissionato dalla Monterosa spa -società che gestisce gli impianti a fune in val d’Ayas, nelle due Gressoney, a Champorcher e in Valsesia- e realizzato dalla Montecno di Bolzano per un costo di 403.000 euro. Per il Cai e il comitato Ripartire dalle Cime Bianche si tratta di uno documento “zoppo” con “vistose e fondamentali carenze”.

Prima fra tutte la questione normativa: “La documentazione non affronta il nodo imprescindibile, preliminare, della percorribilità normativa, legale di tale intervento. Questione che abbiamo posto fin dal dicembre 2020, prima dell’affidamento dell’incarico, senza mai ottenere un riscontro”, spiega Dondeynaz. Che aggiunge: “Qualora il Consiglio regionale decidesse di intraprendere una procedura finalizzata alla realizzazione, siamo pronti ad opporci in tutte le sedi legali, fino alla Corte europea di giustizia. Per questo, d’ora in poi non spenderemo una parola in più per argomentare la nostra fondata convinzione che tale intervento sia legalmente impossibile e che ogni risorsa economica pubblica utilizzata a tal fine costituisca danno erariale”.

Il referente del comitato sottolinea anche che lo studio “non presenta un solo dato e una sola valutazione sullo stato degli impianti esistenti, sulla necessità del loro ammodernamento e della loro sostituzione e sul ritorno in termini di attrattività dei comprensori interessati“. E ancora “non si è avvertita la necessità o non si è voluto ascoltare l’opinione dei destinatari dell’intervento, ovvero la domanda destinataria della nuova offerta, ma l’indagine l’abbiamo fatta noi, con i nostri questionari”. Durante l’estate, nella piazza di Saint-Jacques, in val d’Ayas, il comitato e il Cai hanno infatti proposto un questionario cartaceo ai turisti di ritorno dalle passeggiate, raccogliendo circa 700 risposte. I risultati dell’indagine saranno presentati sabato 16 settembre, alle 15, al cinema Sant’Anna di Champoluc.


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