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Flop Nazionale, Meloni (e Abodi) contro Gravina che fa il Macron: “Tesi autoassolutorie preoccupanti”

Ora la crisi è anche politica. Il Ministro dello Sport: "Qualcuno deve assumersi la responsabilità dell’errore"

Pubblicato:05-07-2024 10:43
Ultimo aggiornamento:05-07-2024 10:44

Meloni Gravina nazionale
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ROMA – Se il “popolo” ha già dimenticato la delusione virando il tifo nazionale sul tennis, l‘Italia più istituzionale non ha ancora digerito la depressiva eliminazione dagli Europei. Rumina. Soprattutto perché ora c’è in ballo il post, la fase sempre delicata delle responsabilità che puntualmente nessuno si prende mai. E’ un punto politico su cui battono, adesso, i vertici di governo. Prima Abodi (in due tranche), ora persino Meloni: c’è Gravina nel mirino, platealmente.

“Sono molto delusa come tutti gli italiani”, ha detto la presidente del Consiglio a Dritto e Rovescio, su Rete 4. “Di delusioni con la nazionale, tolta la parentesi degli ultimi Europei, ne abbiamo avute. Non sono un’esperta di calcio, non posso dare consigli, ma quando le cose vanno così bisogna interrogarci se qualcosa va male nel sistema: ho visto tesi autoassolutorie che mi preoccupano“.

Intervistato dal Foglio il Ministro dello Sport aveva anticipato la linea parlando di “immagine oggettivamente traumatica e umiliante”: vedere “una Nazionale che alza bandiera bianca, mettendo in campo una resa incondizionata, è il manifesto di un problema che non si può continuare a nascondere”.


E poi Abodi aveva aggiunto: “Il calcio italiano ha le sue luci, ma è condizionato dalle tante contraddizioni. Ma per provare a superarle, ciò da cui bisogna partire è, per cominciare, l’autoanalisi, l’autocritica e l’assunzione di responsabilità. Se c’è qualcuno che sbaglia e fallisce, ci deve essere qualcuno che sa assumersi la responsabilità dell’errore”.

“La Nazionale italiana, da molto tempo, sta attraversando una crisi sistemica. E in questa crisi pesa anche il fatto che nella Federcalcio italiana vi sono degli equilibri che penalizzano la promozione del talento e della competitività. Ed è complicato che la Federazione possa pensare al futuro del calcio italiano condizionata dagli interessi di parte, quelli delle singole componenti, senza ragionare sugli interessi del sistema, con una visione organica che coinvolga tutti, tenendo conto della capacità di apporto. Sono convinto che la Serie A debba esser messa nella condizione di essere più competitiva, anche mutuando il modello della Premier League inglese, contando più di quanto conti ora nei processi decisionali della Federcalcio. Il presidente Gravina ha ritenuto sufficiente, in questa fase, anticipare la data delle elezioni, senza un opportuno e auspicabile confronto in Consiglio federale. Con le debite proporzioni, come ha fatto il presidente francese Macron”.

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