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Premio Strega, vince Donatella Di Pietrantonio con ‘L’età fragile’: di cosa parla

Come tutti si aspettavano, Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega 2024 con "L'età fragile": a lei 189 voti. Secondo libro più votato "Invernale" di Dario Voltolini

Pubblicato:05-07-2024 00:43
Ultimo aggiornamento:05-07-2024 00:56

DONATELLA DI PIETRANTONIO STREGA
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BOLOGNA – Alla fine ha vinto proprio lei, come dicevano (quasi) tutti: la scrittrice Donatella Di Pietrantonio ha vinto il premio Strega con “L’età fragile” (Einaudi): se lo aggiudica con 189 voti, che svettano sui 143 ottenuti da Dario Voltolini con “Invernale” (La nave di Teseo). Al terzo posto si posiziona Chiara Valerio con “Chi dice e chi tace” (Sellerio, 138 voti); a seguire, al quarto posto, Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo” (Mondadori, 83 voti). Infine ci sono Paolo Di Paolo con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli, 66 voti) e Tommaso Giartosio con “Autobiogrammatica” (minimum fax, 25 voti).

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Il romanzo “L’età fragile” parla di una figlia adolescente e di una madre, ma si intreccia anche a un tema di stringente attualità, i femminicidi. Nel romanzo si racconta infatti di un fatto tragico realmente avvenuto, in Abruzzo: un doppio femminicidio di due ragazze sulla Maiella da parte di un pastore negli anni Novanta.  


Questa la scheda di presentazione del romanzo sul sito della casa editrice Einaudi:

Dopo “L’Arminuta”, romanzo vincitore del Premio Campiello 2017, e “Borgo Sud”, finalista allo Strega 2021, Donatella Di Pietrantonio torna nelle librerie con “L’età fragile”.

All’origine di questo nuovo lavoro c’è un episodio di cronaca che risale agli anni Novanta nel cuore dell’Abruzzo appenninico, quando l’orrore si era insinuato in un luogo fino ad allora immacolato.

Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento… vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile.

Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.

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