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Oculistica, Satta: “Superare le carenze nell’assistenza con il Ddl 483 in Senato”

Alla ricerca dell'ampia convergenza istituzionale su cinque proposte della comunità scientifica e delle associazioni pazienti

Pubblicato:04-07-2024 18:10
Ultimo aggiornamento:04-07-2024 18:14

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ROMA – Al lavoro su nuove proposte di politica sanitaria che riescano a superare le carenze assistenziali per i pazienti con patologie legate alla vista. Si è tenuta oggi in Senato, a Roma, l’incontro con la stampa dal titolo ‘Benessere visivo e qualità di vita. Dialogo istituzionale per l’equità di accesso alle cure’ promossa dall’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi, in particolare dal suo co-presidente, il senatore Giovanni Satta, relatore del Disegno di legge che si occupa della materia.

IL DDL 483, DI COSA SI OCCUPA

“C’è una notevole vivacità in termini di analisi e proposte che proviene dalla comunità scientifica intorno all’ambito sanitario dell’oftalmologia, in particolare delle malattie ottico-retiniche. Un segnale di positiva attesa, ritengo, rispetto al lavoro che il nostro Intergruppo potrà sviluppare per contribuire a dar corpo a nuove scelte di politica sanitaria, che consentano di superare le carenze assistenziali e organizzative nel settore. Questo, a cominciare dal disegno di legge 483 a tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, del quale sono relatore”. Così il senatore Giovanni Satta, co-presidente insieme all’onorevole Matteo Rosso dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi, aprendo oggi a Roma la conferenza stampa dal titolo ‘Benessere visivo e qualità di vita. Dialogo istituzionale per l’equità di accesso alle cure’, organizzata su sua iniziativa presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama.

LE PROPOSTE DI COMUNITÀ SCIENTIFICA E PAZIENTI

Nel corso dell’evento è stato anche presentato un documento di sintesi promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), frutto del confronto e delle valutazioni dello Scientific and Advocacy Advisory Group e del Comitato per l’Equità di Accesso alle Cure per le Malattie Oculari: “Un lavoro di consenso- hanno fatto sapere- delle più alte espressioni della comunità scientifica, delle associazioni di pazienti e delle organizzazioni civiche contenente alcune proposte di policy, la cui adozione potrà aprire una stagione di efficientamento del sistema, in linea con quanto si prefigge anche il Ddl 483, attualmente all’esame della X Commissione Affari sociali e Sanità”.


LE CINQUE AREE SU CUI SI CERCA AMPIA CONVERGENZA ISTITUZIONALE

Cinque, in particolare, le aree prese in considerazione dal policy statement sulle quali si intende “promuovere un’ampia convergenza istituzionale”. La prima: ‘Prevenzione e screening’, perché è “importante trasferire ai cittadini gli strumenti culturali adeguati per metterli nelle condizioni di comprendere e condividere l’importanza della prevenzione”. Queste attività dovrebbero essere concentrate in “ambiti e strutture dotate di competenze e strumentazioni di tipo specifico, per le quali può essere utile valutare anche un ampio utilizzo della telemedicina, oltre al coinvolgimento di altre strutture per ampliare l’offerta di prevenzione (come la farmacia dei servizi), con adeguati standard organizzativi e professionali”.
La seconda: ‘Nuovi modelli organizzativi tra ospedale e territorio’, perché il decongestionamento delle liste di attese deve basarsi “anche su nuovi modelli organizzativi, con una nuova e più efficiente distribuzione delle attività tra strutture ospedaliere e territorio”.
La terza: ‘Inserimento delle maculopatie nel Piano Nazionale Cronicità’ perché è “fondamentale che le malattie ottico-retiniche siano inserite nell’ambito del Piano Nazionale per le Cronicità per un triplice ordine di fattori: pietà, dignità e realismo, ma anche per gettare un po’ di luce in un angolo molto buio. Ma è altrettanto fondamentale assicurare ai caregiver la possibilità di usufruire dei permessi dal lavoro per assicurare l’indispensabile assistenza”.
La quarta: ‘Disponibilità e utilizzo dei dati sanitari’, perché organizzazione e programmazione dei servizi sanitari “devono poggiare sulla conoscenza dei dati sanitari e, quindi, della vera dimensione della domanda. Purtroppo persistono ancora numerosi vincoli in materia di privacy- hanno detto gli esperti- che andrebbero riconsiderati, pur nel rispetto della normativa europea”. La disponibilità strutturale di questi eviterebbe fenomeni distorsivi “quali, ad esempio, l’eccessiva e ingiustificata concentrazione di strutture ospedaliere in alcune città e una inaccettabile assenza in altri ambiti territoriali”.
Infine, la quinta proposta: ‘Accesso all’innovazione tecnologica’, perché se è vero che per le patologie ottico-retiniche l’aderenza alle terapie è presupposto fondamentale per i successi terapeutici, è “altrettanto vero che il troppo diffuso sotto-trattamento, dovuto alla difficoltà di poter accedere nei tempi previsti ai trattamenti (come ad esempio le iniezioni intravitreali), è un fattore di grave criticità”. In questo senso, secondo gli esperti, il superamento di alcune restrizioni poste dalla Nota AIFA 98, che limita la somministrazione delle iniezioni intravitreali ai soli ambienti ospedalieri e la progressiva affermazione, grazie all’innovazione che avanza, di soluzioni terapeutiche che richiedono un ridotto numero di somministrazioni, potrebbero contribuire “in modo significativo a ridimensionare il problema delle liste di attesa e dell’equità di accesso alle terapie”

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