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Hera, ‘Patto buon lavoro’ per la qualità degli appalti e il benessere dei dipendenti

Ecco "l'impresa del futuro", dopo 8 mesi e una notte di trattative

Pubblicato:04-07-2024 17:32
Ultimo aggiornamento:04-07-2024 17:35
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BOLOGNA – “Con questo accordo prendiamo posizione, come gruppo e come organizzazioni sindacali, verso un futuro inclusivo e sostenibile, di valorizzazione delle persone. A volte il confronto è stato faticoso, ma dai confronti aspri emerge un valore significativo. Dopo otto mesi e una notte, importante per aggiungere gli ultimi pezzi, riteniamo questo accordo un punto di riferimento” anche per il settore a livello nazionale e non solo. Così Alessandro Camilleri, direttore centrale Personale e Organizzazione del gruppo Hera, illustrando oggi il “patto del buon lavoro” raggiunto e firmato coi sindacati, nella sede di Bologna, trascorsi otto mesi di trattative al tavolo.

I “cinque pilastri” dell’accordo sono salute e sicurezza (già oltre la media), filiere integrate e appalti, equità e inclusione, benessere, sviluppo professionale e produttività, sostenibilità e valore condiviso. Dopo lo sciopero riuscito del 6 maggio ne stava arrivando un altro, in agenda per il 24 giugno, alla fine scongiurato dall’intesa raggiunta il 19 giugno alle 2 di notte. Azienda e sindacati confederali e di categoria (nazionali e territoriali) sono concordi nel definirlo oggi un documento “ampio, innovativo e pragmatico”, di fatto sconosciuto, finora, nell’ambito del settore in Italia, visto che registra 2.600 assunzioni (di cui 200 internalizzazioni) al 2027 (su oltre 10.000 dipendenti totali, il 95% a tempo indeterminato). Con un aumento del premio di risultato da 225 euro l’anno, ma anche 60 milioni di euro di formazione e tante iniziative, nuove o rilanciate, di permessi a favore dei lavoratori-genitori, apprendimento continuo in azienda (150 ore all’anno di permessi-studio, anche su corsi riconosciuti dal Miur), flessibilità e smart working, contrasto alla violenza di genere.

Viene rinnovato anche il sistema di qualifica di selezione delle imprese, “all’avanguardia” comunque dal 2016, con un capitolo dedicato agli appalti per le tante ditte che collaborano con Hera che prevede più controlli e ispezioni nei cantieri, così come un rilancio su salute e sicurezza: l’impegno, sempre nel periodo 2024-2027, è in quest’ultimo ambito quello di realizzare oltre 400.000 ore di formazione investendo 20 milioni. Ne parlano per Hera oltre a Camilleri, in conferenza stampa coi sindacati oggi, il presidente esecutivo Cristian Fabbri e il responsabile delle Relazioni industriali Fabrizio Pancino.


Per i sindacati intervengono invece Ilvo Sorrentino (segreteria Filctem-Cgil nazionale), Massimo Cenciotti (segreteria Fp-Cgil nazionale), Romeo Bregata (segreteria Femca-Cisl nazionale) e Fabio Gigli (segreteria Uiltrasporti nazionale). Per la genitorialità, più che maternità o paternità, ci sono sette giorni di permessi retribuiti extra ai genitori nel primo anno di vita dei loro figli, oltre ad altri due giorni nei primi tre anni di vita, per aiutare sull’inserimento nei nidi, e c’è pure un permesso per accompagnare i bimbi nel primo giorno di scuola elementare. Nel dettaglio, sono disponibili 990 euro per ogni figlio all’anno, in età di nido, 500 euro per le scuole materne e 100 per le primarie, con altri 120 euro all’anno per le scuole secondarie. Non mancano quote inoltre per i centri estivi e il baby sitting, così come cinque giornate gratis di supporto psicologico per genitori e figli.

Si tratta di iniziative fino a 4.000 euro all’anno in totale, al fianco di uno smart working che continua per le persone fragili, nonostante lo stop alla normativa nazionale, e anche per i genitori, sempre nel primo anno di vita dei figli, oppure ancora per chi fa caregiving o ha impedimenti temporanei fisici, oltre ai residenti di territori colpiti da calamità naturali. Tra l’altro, spiega ancora Camilleri, continua il reinserimento di persone che hanno problemi con l’autismo o che hanno accusato difficoltà fisiche e mentali, con l’intervento di psicologi e coach ad hoc, oltre a iniziative sulla neurodivergenza.

Sul welfare aziendale ci sono complessivamente 6 milioni di euro all’anno, confermati. Sulle 2.600 assunzioni, “cercheremo figure che hanno a che fare con le transizioni in atto”, continua il responsabile delle Risorse umane del gruppo. Inoltre, anche il margine operativo lordo a valore condiviso si consolida tra gli indicatori di misurazione del premio di risultato. A conti fatti, c’è un aumento fino a 400 euro dal 2025 della quota flessibile dei lavoratori, per un apprendimento continuo da 60 milioni in tutto.

HERA. PATTO ‘BUON LAVORO’ COI SINDACATI: 2.600 ASSUNZIONI E TANTI PERMESSI

Da quest’anno fino al 2027, sono previsti 60 milioni di euro in formazione, di cui un terzo sulla sicurezza nel lavoro, 2.600 assunzioni (delle quali 200 internalizzazioni) e tante iniziative a favore dei lavoratori-genitori, tra aumento dei permessi nel primo anno di età dei figli (anche per essere presenti nel primo giorno di scuola elementare) e un premio di risultato che cresce di 225 euro all’anno. Si tratta del “patto del buon lavoro” illustrato e firmato oggi da gruppo Hera e sindacati, nella sede dell’utility a Bologna, che sancisce “il modello di impresa del futuro” chiudendo otto mesi di trattative, anche aspre, di un confronto che aveva segnato lo sciopero di lunedì 6 maggio. “Vogliamo essere un esempio di come l’impresa possa rappresentare un motore di cambiamento positivo e costruire insieme un futuro più inclusivo, sostenibile e sicuro”, sono le parole del presidente esecutivo di Hera, Cristian Fabbri, a margine della firma con le sigle.

HERA. ‘PATTO BUON LAVORO’, SINDACATI: OTTIMO ACCORDO, ORA AVANTI

Questo patto è un ottimo accordo, che sia quindi un punto di partenza e non di arrivo. Dentro c’è tanta innovazione, che riguarda l’intera filiera lavorativa tra sicurezza, appalti, contratti, sviluppi e occupazione. Non è stato un percorso facile, con due date di sciopero di cui una (il 24 giugno, ndr) revocata in extremis“. Così Romeo Bregata, della segreteria nazionale Femca-Cisl, oggi in conferenza col gruppo Hera a Bologna, dove si firma il ‘patto del buon lavoro’ dopo oltre 8 mesi di trattative anche complicate al tavolo nazionale, che riflette la presenza dell’utility in varie regioni. Aggiunge Ilvo Sorrentino della Filctem-Cgil: “L’accordo, approvato all’unanimità dai lavoratori, ha prospettiva ma è anche molto pragmatico. L’azienda è disponibile a darci una mano, anche sull’orario di lavoro che segna 38,5 ore e che vorremmo portare a 38 ore, così come sul premio di risultato in tre anni aumentiamo di 675 euro“. Sorrentino apprezza anche “lo smart working, con l’azienda che ha capito che incide sulla produttività. Hera si mostra quindi un gruppo molto industriale e poco finanziario, quello che ci serve”. Apprezza il patto Hera anche Massimo Cenciotti (Fp-Cgil), sul “turnover coi giovani dentro e gli appalti”, nonostante “la discussione degli ultimi mesi fosse diventata un po’ robusta. Non c’era un’analisi diversa” tra azienda e sindacati alla base delle frizioni, “ma soluzioni differenti”, nota Cenciotti. Invita a non mollare l’attenzione anche Fabio Gigli della Uiltrasporti: “Il patto non esaurisce i nostri temi, ma precostituisce le condizioni per un confronto di merito efficace e concreto. Anche sugli appalti vogliamo confermare le buone prassi. Da soli- avvisa comunque Gigli- non si va da nessuna parte, i grandi risultati di Hera arrivano anche grazie alle capacità dei lavoratori“.

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