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A Bologna, nel Processo Amato, la figlia di vittima e imputato: “Mai avuto sospetti razionali su mio padre”

"Forse mia madre abusava di farmaci". La deposizione di Anna Chiara Amato lancia un assist alla difesa del padre Giampaolo, accusato della morte di moglie e suocera

Pubblicato:04-06-2024 18:16
Ultimo aggiornamento:04-06-2024 18:16
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tribunale bologna
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BOLOGNA- Nel Processo Amato, in corso a Bologna, le parole della figlia della vittima non accusano, anzi in qualche modo aiutano a sostenere la versione del padre, Giampaolo Amato. L’oculista è imputato per il duplice omicidio della moglie, Isabella Linsalata, trovata senza vita a letto il 31 ottobre 2021, e della suocera, Giulia Tateo, 87, avvenuta tre settimane prima, in circostanze simili.

Dopo la morte della madre Isabella Linsalata “posso aver fatto ipotesi su chiunque: sulla donna con cui mio padre aveva una relazione, su mia zia Anna Maria e anche su mio padre”, anche se “non ho mai avuto sospetti razionali che lui potesse aver fatto quella cosa (uccidere Linsalata, ndr)”. A dirlo, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bologna che stanno processando suo padre Giampaolo con l’accusa di aver ucciso la suocera e la moglie nell’ottobre del 2021, è infatti Anna Chiara Amato. La figlia dell’oftalmologo 65enne, che come il fratello Nicola non si è costituita parte civile nel procedimento, nella sua testimonianza non ha detto nulla che possa suonare come un’accusa nei confronti del padre, definendo la sua famiglia come “quella del Mulino Bianco”, almeno fino alla scoperta della relazione extraconiugale dell’imputato.

LA FIGLIA SOSTIENE CHE LA VITTIMA FACESSE USO DI BENZODIAZEPINE PER DORMIRE: “TEMO CHE ESAGERASSE”


Hanno invece provocato qualche brusio da parte del pubblico- di cui fanno parte diverse amiche di Isabella Linsalata- alcune risposte della teste sulla madre. Anna Chiara Amato si è infatti detta convinta che Linsalata “prendesse qualcosa per dormire: non so quanto, ma temo che esagerasse, che quindi non fosse super lucida e che, esagerando con queste benzodiazepine, possa aver pensato che potesse avergliele date mio padre”. Tuttavia, aggiunge, “se mia madre fosse stata davvero convinta di questo, per me è inconcepibile che con un dubbio simile continuasse a vederlo e a farlo stare con me e Nicola”. A riprova di quanto afferma, la teste dichiara che Linsalata, dopo aver confidato quel sospetto a un’amica, “in seguito non ne parlò più, il che mi fa pensare che lo abbia avuto in un momento di confusione”.

foto dell’imputato Giampaolo Amato (da virtus.it)

“MIA MADRE ERA UNA DONNA DISTRUTTA, EMOTIVAMENTE STAVA MALE”

Tornando, infine, sui malesseri fisici della madre, Amato ribadisce che “quegli episodi di sonnolenza e narcolessia si manifestavano ogni volta che stava particolarmente male per la situazione che si era creata: era una donna distrutta, che emotivamente stava male“, e siccome “anch’io, in quel genere di situazioni, ho delle reazioni non identiche, ma simili, la vedevo come una reazione allo stress, alla depressione e alla tristezza”. La deposizione, iniziata poco prima delle 10 della mattina è proseguita per oltre cinque ore, ad essa farà seguito la testimonianza di Nicola Amato, fratello di Anna Chiara.

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