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Migranti, per Meloni la Bossi-Fini va modificata: “Dal monitoraggio dei flussi dati allarmanti”

La premier nella sua informativa in Consiglio dei ministri: "Abbattuti del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno"

Pubblicato:04-06-2024 17:10
Ultimo aggiornamento:05-06-2024 12:45

meloni bossi-fini
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ROMA – Sul decreto flussi “noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”. Lo dice la premier Giorgia Meloni nella sua informativa in Consiglio dei ministri sul decreto flussi.

MELONI: ABBATTUTI DEL 60% ARRIVI ILLEGALI RISPETTO A SCORSO ANNO

“L’impegno dell’intero governo ha permesso fino a questo momento di abbattere del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa”, ha detto la premier.

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MELONI: INTERVENTI PER FERMARE FRODE SU INGRESSI

“Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza”. E ancora: “Gli aspetti su cui intervenire sono quelli della verifica delle domande di nulla osta al lavoro, del meccanismo del click day, della definizione delle quote, del rafforzamento dei canali di ingresso speciali, e più in generale della collaborazione con le associazioni di categoria, allo scopo di definire i fabbisogni di manodopera. Quanto ho fin qui descritto avrà bisogno, come dicevo, di un duplice livello di intervento, normativo e amministrativo. Quindi vi annuncio che stiamo lavorando perché in uno dei primi Cdm che terremo dopo il G7 si presenti, con la collaborazione di tutti i Ministeri competenti, un articolato ampio e dettagliato per risolvere questo problema”, aggiunge Meloni.

MELONI: DA MONITORAGGIO FLUSSI DATI ALLARMANTI SOPRATTUTTO IN CAMPANIA

Dal monitoraggio sui flussi “emergono dati allarmanti. Il fatto è questo. Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese”, ha spiegato Meloni. “Un dato- prosegue la premier-: sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%.
Dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro”. “Uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane”, aggiunge.

MELONI: CRIMINALITÀ ORGANIZZATA INFILTRATA IN GESTIONE DOMANDE LAVORO

Per Meloni “in alcuni territori il numero di richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, e quindi balza facilmente agli occhi. In quasi tutte le regioni italiane c’è uno scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto di lavoro. Che significa? Secondo noi significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per ‘pratica’)”.

“L’ipotesi di infiltrazioni criminali- spiega la premier- sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi’ proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo”.
Per questa ragione, aggiunge, “raccolti questi dati, stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del c.d. ‘Decreti Flussi‘. È evidente che se – come immagino – da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo”.

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