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VIDEO | In Ucraina pesche in regalo all’ambulatorio di Novohradkivka

Nel villaggio e in altre 22 regioni arrivano gli specialisti inviati dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa)

Pubblicato:03-07-2024 16:12
Ultimo aggiornamento:03-07-2024 16:12

ucraina specialisti Novohradkivka
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Foto: Matteo De Mayda

NOVOHRADKIVKA (Ucraina) – L’ambulanza svolta tra campi di girasoli lasciandosi il mar Nero alle spalle. Dalle parti di Novohradkivka, un villaggio della regione di Odessa, di specialisti in ginecologia, ostetricia e cardiologia non se n’erano mai visti. 

Forse è paradossale ma il servizio di assistenza a domicilio, a supporto degli ambulatori di zona con pediatra e medico di base, è arrivato solo con l’aggravarsi della guerra con la Russia. “Le nostre sono ‘cliniche mobili’, formate da ginecologi, infermieri e cardiologi” ci spiega Sergey Petrov, 40 anni, ostetrico, ginecologo ed ecografista. “Raggiungiamo i villaggi più isolati per aiutare le persone del posto, spesso anziane e non in grado di spostarsi”. Sergey è il medico al volante della “clinica mobile” che un paio di volte al mese raggiunge Novohradkivka. “È una zona che non è stata colpita direttamente dal conflitto”, spiega il medico, “ma che è più vulnerabile di altre dal punto di vista della disponibilità dei servizi, si tratti di visite ginecologiche, ecografie o ecocardiogrammi”.


Le “cliniche mobili” sono nate nel 2022, dopo l’avvio dell’offensiva delle forze armate di Mosca. Il tentativo è allo stesso tempo di rispondere all’emergenza, stare al fianco delle vittime del conflitto e colmare un vuoto che esisteva già prima. A Novohradkivka e così in altre 22 delle 24 regioni dell’Ucraina il servizio nei villaggi è supportato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), una realtà multilaterale impegnata sul piano sociale e sanitario, con un’attenzione ai diritti della salute sessuale e riproduttiva, alla parità di genere e al contrasto alla violenza domestica.

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Abbiamo 28 ‘cliniche mobili’” ci spiega Maryna Semenenko, 26 anni, una operatrice di Unfpa. “L’obiettivo è favorire l’accesso ai servizi per i residenti nelle zone più remote, abitanti del posto, sfollati a causa della guerra, persone con disabilità o vittime di abusi, che siano legati al conflitto in corso o meno”.

Stando a stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, alla fine del 2023 gli ucraini che in conseguenza della guerra avevano lasciato le loro case ma non il Paese erano circa tre milioni e 700mila. In quattro casi su cinque, si erano spostati già da oltre un anno. Secondo Semenenko, in una situazione difficile sul piano sociale e della sicurezza, “in alcuni casi le ‘cliniche mobili’ possono addirittura migliorare i servizi di assistenza rispetto al passato, facendo rete con il sistema sanitario nazionale e grazie al supporto di altri Paesi e donatori”.

Prendete il caso di Novohradkivka. Le visite si fanno anche grazie a un contributo della Aecid, acronimo per Agencia española de cooperation internacional che oggi è ben in vista sulla fiancata dell’ambulanza. Come funzioni l’organizzazione lo spiega Svetlana Mikulic, la pediatra dell’ambulatorio: “Appena abbiamo conferma dell’arrivo delle ‘cliniche’ pubblichiamo un avviso e apriamo alle prenotazioni; c’è molta richiesta e così il calendario si riempie subito”. Oggi le visite vanno avanti tutta la mattina. A pochi metri dall’ambulatorio un contadino ha messo su un banchetto. Vende pesche, anzi no: le regala ai medici arrivati da Odessa.

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