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‘Reumacare’ mette l’intelligenza emotiva al centro del percorso formativo per reumatologi

Obiettivo raggiungere raggiungere decisioni ottimali a beneficio delle donne in età fertile

Pubblicato:03-07-2024 15:43
Ultimo aggiornamento:03-07-2024 15:43
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MILANO – La comunicazione empatica, l’ascolto attivo e la capacità di fornire informazioni chiare e rassicuranti sono competenze essenziali per costruire un rapporto di fiducia tra medico e paziente e ottimizzare i risultati terapeutici. Da questo assunto è nato Reumacare, il corso di educazione continua in medicina rivolto a reumatologi che mira a potenziare le abilità degli specialisti nell’area dell’intelligenza emotiva, della comunicazione efficace e del counselling, al fine di offrire una cura completa e centrata sul paziente per le donne con patologie reumatologiche.

“L’intelligenza emotiva è la capacità di integrare pensieri e emozioni per raggiungere decisioni ottimali a beneficio sia nostro che del nostro interlocutore- spiega Marcella Offeddu, Psicologa del lavoro, Senior Coach e Consulente Strategico di Gap management, Iamwave e Bevolver coinvolta in qualità di relatrice del corso Ecm- Essere consapevoli delle emozioni che proviamo e saperle gestire consapevolmente aiuta a sviluppare rapporti interpersonali migliori che agevolano il reciproco ascolto e la fiducia nell’altro”.

L’obiettivo del corso Ecm Reumacare, che ha ottenuto il contributo non condizionante di UCB Pharma, è quello di migliorare la qualità di vita delle pazienti con malattie reumatologiche, tra cui l’artrite reumatoide, la spondiloartrite assiale e l’artrite psoriasica, rafforzando le abilità del medico di comprendere le emozioni del paziente, gestire le proprie reazioni emotive e stabilire una connessione empatica. Il percorso formativo, articolato su due tappe, una a Roma e la seconda a Milano, si è avvalso della responsabilità scientifica di Roberto Caporali, professore ordinario di Reumatologia dell’Università di Milano e direttore del Dipartimento di Reumatologia e Scienze Mediche dell’Asst Pini-Cto, di Angela Tincani, senior Consultant Reumatologia e Immunologia Clinica, Asst-Spedali Civili e Università di Brescia, e di Fabrizio Conti, professore ordinario di Reumatologia del Dipartimento di Scienze Cliniche Internistiche, Anestesiologiche e Cardiovascolari dell’Università Sapienza di Roma.


“La gestione efficace delle malattie reumatologiche richiede una prospettiva olistica che tenga in considerazioni tutti gli aspetti legati alla patologia ed al paziente. Il sintomo predominante è nella maggior parte dei casi il dolore cronico, che può diventare debilitante soprattutto quando la diagnosi è tardiva e non vi è aderenza alla terapia. Il compito del reumatologo non si limita ad individuare il percorso terapeutico più idoneo, ma è anche quello di verificare che la terapia sia tollerata e rispettata. L’ascolto del paziente e l’empatia sono cruciali per comprendere e aiutare le persone affette da malattie reumatologiche” afferma il professor Roberto Caporali.

Questi aspetti assumono maggior rilievo quando le pazienti sono donne in età fertile con malattie infiammatorie croniche, per le quali l’esposizione al trattamento farmacologico può comportare alcuni rischi durante il periodo di gravidanza o di allattamento. “La maggior parte delle malattie reumatologiche colpisce in prevalenza le donne, a causa di un setting ormonale e genetico che favorisce la risposta immunitaria- spiega la professoressa Angela Tincani– I professionisti devono quindi confrontarsi con i bisogni delle donne, rispettando l’eventuale desiderio di maternità e informandole qualora fosse necessario posticipare la gravidanza a causa della terapia in atto o della malattia in fase di attività che potrebbe interferire con un outcome favorevole per la mamma e il bambino. È questo un periodo molto delicato per la vita di una donna che merita disponibilità, attenzione e sensibilità da parte del medico. Un counseling aperto e consapevole che tiene conto del risvolto emotivo può essere determinante per accompagnare le pazienti in questo percorso”.

Il valore dell’intelligenza emotiva nel percorso di cura delle donne in età fertile non è sfuggito a UCB Pharma, che spiega le motivazioni che l’hanno portata a dare il contributo non condizionante a Reumacare: “Non può esistere una cura completamente efficace senza ascolto ed empatia. La nostra missione è migliorare la qualità di vita delle persone, la cui quotidianità è stata sconvolta dalla malattia. Ci impegniamo a perseguire questo obiettivo attraverso la ricerca continua di nuove soluzioni terapeutiche e sostenendo iniziative che tengano conto dell’impatto emotivo della malattia. Vogliamo, infatti, rispondere alle reali necessità delle pazienti che convivono con patologie reumatologiche, offrendo un supporto che vada oltre la sola cura medica”, ha spiegato Federico Chinni, amministratore delegato di UCB Pharma.

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