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Devoto a “san Pep”, il calcio come gli scacchi: chi è Enzo Maresca, da Pontecagnano al Chelsea

Ufficializzato l'apprendista stregone di Guardiola: dalla promozione col Leicester a Londra, un allenatore "ossessionato dai dettagli"

Pubblicato:03-06-2024 16:59
Ultimo aggiornamento:04-06-2024 10:53

Enzo Maresca chelsea
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ROMA – Da Pontecagnano a Wembley è un attimo. Il cammino da devoto a “San Pep” di Enzo Maresca è più che altro un salto: nel vuoto, o verso l’iperuranio della Premier più sfavillante. Niente in mezzo, se non una gavetta da apprendista stregone di Guardiola e una passione per gli scacchi quasi maniacale. Ecco chi è – in sintesi estrema – il nuovo allenatore del Chelsea, un (altro) italiano a Londra.

In Inghilterra lo prendono con le pinze, per il momento. Sarà pur discepolo di Guardiola, suo secondo al City, ma insomma: dalla promozione con Leicester ad un club ricco e famoso, seppur un po’ in decadenza, ce ne passa. Però per mesi i giornali inglesi hanno studiato le sue tesi, compresa quella depositata a Coverciano. Dentro c’è appunto un trattato di scacchistica applicato al pallone, compresa l’ipermoderna difesa nimzo-indiana usata da ogni Gran Maestro dai tempi di Jose Raul Capablanca

Aveva trovato un insegnante mentre era a Palermo e deve, col tempo, aver imparato i dettagli più fini della Difesa Siciliana e del Fegatello, deliziosamente chiamato “L’attacco del fegato fritto”. Cosa c’entri tutto ciò con moduli e fuorigioco va ricercato in quel mondo di terzini invertiti, dominio totale della palla, affaticamento mentale e fisico degli avversari, rotture spietate delle linee e sovraccarichi che Maresca ha insegnato al Leicester nell’ultimo anno. Un “ossessionato dai piccoli dettagli”, lo raccontano: ai suoi professionisti spiegava persino che ogni passaggio deve essere effettuato con il piede giusto. Il destro, il mancino: le basi.


Lui s’era spiegato in una bella intervista alla rivista “Scacchistica”. “Calcio e scacchi sono simili da un punto di vista tattico e strategico, nella necessità del controllo del centro, nella valorizzazione del fattore sorpresa, nella suddivisione delle fasi del gioco (apertura medio gioco, finale) e nel gioco posizionale, che è la mia passione, sia per il calcio, che per gli scacchi. Guardando alle squadre che hanno fatto la storia del calcio, ad esempio il Manchester City e il Barcellona di Guardiola, o il Milan di Sacchi, un forte e compatto centrocampo, tecnicamente valido, offre dei vantaggi importanti, e ti consente di far passare buona parte del tuo gioco da lì. Secondo me chi ha il controllo del centrocampo ha il controllo della gara. Ovviamente se intendi usarlo. Se al contrario la tua idea è far passare subito la palla dalla difesa agli attaccanti, il centro non ti serve molto. In un certo senso è la contrapposizione tra gioco classico e ipermoderno: il gioco alla Guardiola è più simile a quello classico, in cui si punta all’occupazione del centro, quello “difesa e contropiede” assomiglia a quegli schemi in cui si apre di fianchetto, e si lascia il centro all’avversario”.

Per il Telegraph “Maresca ha ereditato un club in ginocchio dopo una retrocessione a sorpresa, il Leicester, con la partenza di giocatori chiave come James Maddison, Youri Tielemans e Harvey Barnes. Per introdurre uno stile di gioco così unico e diverso ci è voluto coraggio e ha ottenuto la promozione e un titolo”. Ora ha ottenuto il Chelsea. Scacco matto, forse.

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