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Affidi in Piemonte, Fratelli d’Italia presenta esposto a Cartabia: “Lo Stato protegga i bambini”

In questi anni, dicono dal partito di Giorgia Meloni, "siamo stati i primi ad arrivare a Bibbiano e saremo gli ultimi ad andare via"

Pubblicato:03-05-2021 15:03
Ultimo aggiornamento:03-05-2021 15:28

bambina
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ROMA – Arriva da Fratelli d’Italia l’ultima iniziativa per fare luce sul sistema italiano di affido dei minori, stavolta in Regione Piemonte, con un esposto alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, presentato stamattina in conferenza stampa alla Camera dalla deputata e capogruppo di Fdi in Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza Maria Teresa Bellucci, dalla deputata Augusta Montaruli e dall’assessore in Regione Piemonte Maurizio Marrone, accompagnati dalle testimonianze di Sabrina Alma, madre dei minori coinvolti nel cosiddetto ‘caso Cuneo’, e Salvatore, padre di una bambina allontanata.

Proprio dal Piemonte, infatti, “sono giunte a Fratelli d’Italia ancora più richieste di aiuto- fa sapere Bellucci- In questi anni ne abbiamo raccolte da mamme, papà, nonni, rispetto a un Stato, a delle istituzioni, a servizi sociali e Tribunali dei minori che sembrano avere degli spaccati di opacità e degli aspetti di non legittimità”, dichiara in apertura Bellucci, richiamando subito “l’applicazione dell’articolo 403 del Codice civile sugli allontanamenti dei minori che avvengono con una modalità ben lontana dal rispetto dei bisogni dei bambini, strappati dalle braccia di mamme e papà“, che “perdono di vista la certezza del diritto e spesso non sanno quando rivedranno il proprio piccolo, nonostante la legge italiana dica che il legame deve essere sempre mantenuto”.

È il caso di Alma, la mamma coraggio dei quattro fratellini di Cuneo divisi e trasferiti in casa famiglia quasi un anno e mezzo fa, che ha visto tornare a casa i due figli più grandi un mese fa, ma che non ha ancora i più piccoli con lei: “Ho due figli a casa che si stanno leccando le ferite, però non posso dimenticare che sono una mamma divisa, perché gli altri due non ci sono- dice in conferenza stampa- Devono tornare tutti a casa, i miei tre figli non vedono la sorella più piccola da dieci mesi. Non può essere, non può esistere, è una crudeltà. Quello che auspico è che si possa finalmente mettere la parola fine a questo supplizio”.


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Lo stesso vissuto da Salvatore, anche lui papà diviso, che racconta di aver visto la sua bambina “4-5 ore in un anno e mezzo. Mi è stata negata qualsiasi telefonata, per Natale, per Pasqua, per la festa del papà”. ‘Non vi dimenticate di me’, scrive sulle letterine la piccola di Salvatore “quelle poche volte che ci vediamo. In un anno e mezzo- racconta- abbiamo fatto dieci esposti in tribunale per essere ascoltati e non ci è stata concessa alcuna udienza. La bambina è stata portata via da scuola come se fosse un delinquente”, separata anche dalle altre due sorelle. Una di loro “ha provato più volte a chiedere al servizio di psicologia di poter sentire la sorella per telefono, continua a venirci negata anche questa opportunità”.

Come si può pensare che una madre vada bene per due bambini e non per altri due, che un padre vada bene per due bambine e non per la terza”, ragiona Bellucci. E ricorda come la stessa mamma Alma “si fosse rivolta ai servizi sociali per essere aiutata”, vedendosi poi portare via i figli proprio da quello Stato “che avrebbe dovuto proteggerti. In quasi il 50% dei casi di minori allontanati le famiglie hanno difficoltà di carattere economico“, ricorda la deputata, sottolineando come le istituzioni invece di aiutare le famiglie in difficoltà e utilizzare l’allontanamento come extrema ratio, “lo utilizzano per mettere il bambino in sicurezza”.

Altra “opacità” rilevata da Bellucci, poi, sta “nell’assenza totale di monitoraggio. Non si sa quanti sono i bambini allontanati in Italia, non si sa da quanto e per quanto tempo”. Una “moltitudine di invisibili, piccole creature che a causa di questa cecità non fanno altro che accumulare traumi e sofferenze” e che “non vengono ascoltati. Il nostro ordinamento per legge prevede che sopra i 12 anni il minore debba essere sempre ascoltato, quando si decide su di lui e per lui. Fratelli d’Italia ha fatto una proposta di legge chiedendo l’abbassamento dell’età a 8 anni e che il minore venga sempre ascoltato. Non si può pensare che sia qualcosa di accessorio”, avverte.

Quello di oggi, dunque, è “il nostro ennesimo tentativo di trovare giustizia– sottolinea Bellucci- Se non ci fossero stati Alma e Salvatore, con il loro coraggio estremo, noi non avremmo in mano un esposto da presentare al ministro Cartabia, per chiedere attenzione, di poter capire. Siamo stati i primi ad arrivare a Bibbiano e saremo gli ultimi ad andare via– conclude- Questo di oggi non è un punto d’arrivo, ma uno dei tanti passi che stiamo cercando di compiere per far sì che i bambini possano sempre vedere che lo Stato è accanto a loro a proteggerli sopra ogni cosa”.

MELONI: “IN PIEMONTE 70-80% DEI MINORI NON AVREBBE DOVUTO ESSERE ALLONTANATO

“Con Fratelli d’Italia siamo stati i primi ad andare a Bibbiano a dire ‘Giù le mani da bambini’ e abbiamo promesso di essere gli ultimi ad andarcene. Quello che vogliamo fare oggi è accendere i riflettori su un altro caso, che riguarda stavolta il Piemonte. Qui la Regione ha svolto un’indagine conoscitiva sul sistema degli affidi e delle case famiglie: è emerso che circa il 70-80% dei bambini oggetto di provvedimento non avrebbe dovuto essere allontanato dalle proprie famiglie”. Così la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un videomessaggio trasmesso durante la conferenza stampa organizzata da FdI alla Camera per presentare l’esposto alla ministra della Giustizia Marta Cartabia sul sistema di affido dei minori in Regione Piemonte.

“Solo nel 2019- aggiunge Meloni- sono stati più di 25 i casi giudiziari che hanno riguardato l’allontanamento di minori da loro nucleo familiare, casi accomunati da diverse anomalie. Senza contare che dalle indagini sono emersi squilibri, forzature, se non veri e propri abusi. Fratelli d’Italia ha deciso di dare voce a queste storie, e voglio ringraziare per questo Maria Teresa Bellucci, Augusta Montaruli e Maurizio Marrone per il lavoro straordinario che hanno svolto. Noi abbiamo chiesto direttamente al ministro della Giustizia Cartabia di prendersi cura della questione, perché fare chiarezza è fondamentale”.


Conclude Meloni: “Continuiamo a chiedere che la Commissione di inchiesta sugli affidi e le case famiglia, votata dal Parlamento ben nove mesi fa, inizi subito a lavorare. Sarebbe inaccettabile assistere a una nuova Bibbiano. È una battaglia di civiltà che Fratelli d’Italia continuerà a condurre in ogni sede, perché i diritti della famiglia, dei bambini e dell’adolescenza sono inviolabili e non possono essere calpestati in nessun modo in una nazione civile”.

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MARRONE (REGIONE PIEMONTE): SOLO 14% ALLONTANAMENTI PER ABUSI

“Solo il 14% degli allontanamenti di minori disposti in Regione Piemonte è motivato dal sospetto di maltrattamenti e di abusi, il restante 86% sostanzialmente si va a ricondurre spesso a modelli educativi inidonei e a formule assolutamente fumose e discrezionali sulla base delle quali però i Servizi Sociali chiedono all’autorità giudiziaria l’allontanamento”. Sono solo alcuni dei numeri emersi dall’indagine conoscitiva regionale sul sistema degli affidi dei minori avviata quasi due anni fa in Piemonte sotto la spinta dell’azione politica di Fratelli d’Italia, illustrati stamattina alla Camera dei deputati dall’assessore regionale Maurizio Marrone, tra i firmatari dell’esposto presentato da FdI sul tema e rivolto alla ministra Cartabia.

“Credo che il passaggio che oggi insieme portiamo avanti sia davvero importantissimo, perché fa uscire da un livello solo territoriale un’importante azione di verità che abbiamo cominciato come Fratelli d’Italia in Regione Piemonte- aggiunge- Anche il numero complessivo degli allontanamenti piemontesi non torna– dice- Noi abbiamo una media del 3,9 per mille di tutti i minori residenti in Regione Piemonte, rispetto alla media nazionale che è del 2,7″. La Regione Piemonte “ogni anno spende oltre 12 milioni di euro per i consorzi socio-assistenziali, quindi i servizi sociali dei vari territori, che a loro volta vengono girati come quote di risarcimento sulle risorse affidatarie, quindi parliamo di famiglie affidatarie e di comunità. È un business che fa davvero tremare i polsi rispetto ai numeri”, osserva Marrone.

“Sono troppe le coincidenze, troppi gli elementi di opacità- continua l’assessore regionale del Piemonte- Pensiamo al fatto che non è stato adottato un sistema sanzionatorio per le comunità residenziali per minori da attivare quando non vengono rispettati i parametri di accreditamento regionale”. Di fatto “non esiste una punizione per le comunità che non rispettano le regole, se non la revoca dell’accreditamento- spiega- che non viene quasi mai attuata”.


Appurato poi, dall’indagine regionale, “che non esiste un sistema di verifica sull’incompatibilità e sui conflitti di interesse dei giudici onorari del Tribunale dei minori, altro elemento molto preoccupante. Abbiamo approfondito che le linee guida regionali sono state adottate dalla giunta Chiamparino ad appena tre mesi dalle elezioni, scritte a quattro mani con un coordinamento operativo nell’ambito degli allontanamenti che mette insieme soggetti pubblici, come equipe, asl e Servizi Sociali di consorzi socio-assistenziali, insieme a soggetti privati, quali cooperative o singoli professionisti educatori. Come centrodestra in Regione abbiamo scelto di riformare a livello legislativo e regionale questo sistema con un ddl che ha scatenato una sorta di fuoco di fila del sistema stesso, che chiaramente cerca di autoconservarsi“.

E sull’esposto alla ministra Cartabia, ricordando Bibbiano, conclude: “Credo che questo appello fondamentale che parte oggi dal Parlamento debba trovare necessariamente un orecchio attento da parte della magistratura piemontese. I magistrati dell’Emilia Romagna hanno avuto il coraggio di scoperchiare un sistema aberrante e riteniamo che, pur con gli strumenti limitati che abbiamo, se anche i magistrati piemontesi dimostrassero questo coraggio, assisteremmo forse a qualcosa di peggio“.

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