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Il ministro Bernini: “Abbiamo investito 11 miliardi contro la fuga dei cervelli”

A Bologna, dal 9 all'11 luglio prossimi, sarà ospitato il G7 dedicato a ricerca, innovazione e tecnologia

Pubblicato:02-07-2024 18:25
Ultimo aggiornamento:02-07-2024 18:27

ANNA MARIA BERNINI MINISTRO UNIVERSITA'
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ROMA – Far rimanere i ricercatori italiani e far tornare i cervelli che sono fuggiti all’estero. “Magari accompagnati anche da ricercatori stranieri”. Per farlo servono infrastrutture e centri di ricerca. E su questo il Governo “ha investito 11 miliardi di euro” grazie al Pnrr. A rivendicare la strategia è Anna Maria Bernini, ministra dell’Università, parlando in Senato lo scorso 27 giugno. Quello della fuga dei cervelli è un “tema enorme”, conferma Bernini, che elenca le principali azioni messe in campo dal Ministero dell’Università “rispetto a un’aspettativa giustamente altissima da parte dei soggetti che si rivolgono a noi. Noi siamo una fabbrica che produce futuro, siamo un hub che produce costantemente futuro. Siamo i depositari di aspettative, talenti, sogni di studentesse e studenti”. Bernini parla della necessità di “usare il cuore, quindi saper intercettare i talenti, la testa, di valutare la qualità, la flessibilità e l’attualità dell’offerta formativa, ma soprattutto di prevedere finanziamenti”.

SULLE BORSE DI STUDIO ABBIAMO 881 MILIONI DI EURO: CIFRA RECORD

Sulle borse di studio, cita la ministra, “abbiamo investito 881 milioni di euro solo quest’anno. Questa è una cifra record di tutti i tempi. Lo dico senza tema di smentita”. Sugli studentati, invece, “abbiamo investito 1,2 miliardi di euro– continua Bernini- perché i capaci e i meritevoli devono non solo poter studiare in un’università, ma anche avere un luogo dove poter dormire e studiare fisicamente”. Per quanto riguarda poi i dottorati di ricerca, “abbiamo messo 775 milioni di euro- afferma ancora la ministra- in particolare su quelli industriali e innovativi”. E rimarca: “Le infrastrutture sono l’essenza dell’innovazione e del progresso, ma non si intendono solamente i binari, bensì le infrastrutture immateriali e di ricerca, attraverso le quali si fanno rimanere o tornare i ricercatori che se ne sono andati, magari accompagnati anche da ricercatori stranieri che vengono a fare attività di ricerca da noi. Su questo, grazie al Piano nazionale ripresa e resilienza, abbiamo investito 11 miliardi”. In particolare, ricorda Bernini, sono cinque i centri nazionali di ricerca su cui il Governo ha incardinato la propria strategia (“Cinque gemme”), impegnati su temi considerati prioritari: high performance computing (HPC), cioè il supercalcolo; big data e tecnologie quantistiche; recupero della biodiversità; tecnologie sostenibili, terapie geniche e farmaci a tecnologia a Rna; agricoltura tecnologica. “È in questo modo che noi faremo tornare i nostri cervelli- afferma Bernini- accompagnati da altri cervelli stranieri che devono venire a studiare, a lavorare, a vivere e a consumare in Italia. Intendo consumare cultura, perché noi siamo il luogo dove tutto è nato”. Il centro di ricerca sull’agritech, ricorda la ministra, vede come capofila l’Università Federico II di Napoli. “L’agricoltura non è solo il lavoro della persona o dei trattori- sottolinea Bernini- ma si basa su droni, satelliti, genomica, metabolomica”.

A BOLOGNA IL G7 SU RICERCA, INNOVAZIONE E TECNOLOGIA

A Bologna, invece, dal 9 all’11 luglio prossimi sarà ospitato il G7 dedicato a ricerca, innovazione e tecnologia.  “Parleremo proprio di questo- spiega Bernini- cioè di come le infrastrutture strategiche e gli investimenti che stiamo facendo ora, che significano futuro per le nuove generazioni, non spesa corrente, possano non solamente essere un’occasione, un modo per studiare, ma avere un riflesso immediato sull’impresa, perché tutta la ricerca di base ha un’applicazione sull’impresa e un’applicazione che può migliorare la qualità della vita di tutti noi e aumentare la qualità dei nostri anni. Insomma farci vivere di più e meglio. Questo è il nostro obiettivo, come Ministero dell’Università e come Governo”, chiosa Bernini. Soddisfatto delle parole della ministra il senatore Francesco Silvestro, che si dice fiducioso per i lavori del G7 a Bologna. “Incentivare la ricerca, sia pubblica che privata, serve a creare un ambiente dove crescono i talenti, prospera l’impresa e migliorano le opportunità per i cittadini”, sostiene il senatore FI, che ricorda come “le opportunità di formazione e di crescita personale offerte in altre parti del mondo inducono alcuni giovani studiosi italiani a scegliere di ampliare all’estero il proprio bagaglio di competenze. Questo è un fatto positivo, se poi almeno una parte di loro mette a disposizione la propria crescita professionale degli istituti di ricerca e delle università italiane. Occorre quindi che le istituzioni promuovano l’innovazione in ogni ambito, attraendo ricercatori dall’estero e trattenendo i migliori talenti all’interno del nostro Paese, arginando e contrastando quella che viene definita fuga dei cervelli.


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