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VIDEO | Diga di Vetto, entro l’anno il piano di alternative progettuali

Salvini: "Aggiudicato in via definitiva l'affidamento per il progetto di fattibilità. L'invaso sia di dimensioni adeguate"

Pubblicato:02-07-2024 13:15
Ultimo aggiornamento:02-07-2024 13:15

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Foto: mit.gov.it

REGGIO EMILIA – “Posso confermare che dopo parecchi anni di stop, grazie all’impegno di questo Governo, è stato finalmente riavviato un importantissimo progetto tanto atteso dalla comunità emiliana per contrastare la crisi idrica”. Così il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, parlando in aula alla Camera il 26 giugno, ha aggiornato sull’iter della diga di Vetto, opera attesa da anni (se ne parla dal 1988, ndr) per risolvere il problema della siccità nella val d’Enza tra Parma e Reggio Emilia. Rispondendo ad un’interrogazione della deputata parmense del Carroccio, Laura Cavandoli, il ministro ha in particolare ha annunciato che è stato aggiudicato in via definitiva l’affidamento per il progetto di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap).

“Lo scorso 24 giugno- le parole di Salvini- la commissione di gara ha concluso le operazioni di valutazione delle offerte presentate dagli operatori economici e ha disposto l’aggiudicazione definitiva dell’attività di progettazione, che dovrà concludersi entro un anno, con la redazione- dopo un secolo- del documento di fattibilità delle alternative progettuali”. I prossimi passi “prevedono quindi la redazione del piano e l’analisi delle possibili alternative realative a: ubicazione, tipologia e dimensioni dell’invaso”. A questo proposito Salvini ha aggiunto: “Visto il periodo che i cittadini e gli agricoltori hanno atteso, conto che il progetto preveda un invaso suffficientemente ampio per garantire le necessità del territorio”.
Sottolineando che “dopo 150 anni vediamo se riusciamo a dare una risposta a queste popolazioni dell’Appennino reggiano” il ministro ha spiegato: “Sin dall’inizio del mio insediamento ho cercato di colmare un ritardo strutturale evidente accumulato non negli anni, ma nei decenni precedenti rispetto alle infrastrutture del settore idrico rilanciando una programmazione di medio e lungo periodo sull’approvigionamento idrico primario senza inseguire le emergenze settimana per settimana”.


In questa direzione, ha aggiunto Salvini, “nel giugno del 2023, in attuazione degli investimenti del Pnrr, il Mit ha pubblicato un avviso per raccogliere da tutti i territori italiani proposte progettuali per un piano nazionale finalmente integrato di interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico”. Allo scadere del termine per la presentazione, nell’ottobre dell’anno scorso, “sono pervenute ben 562 proposte di intervento idrico in tutta Italia con un fabbisogno economico di oltre 13 miliardi, da parte di numerosi soggetti: Regioni, Province autonome, Autorità di bacino distrettuali ed enti di bacino o ambito oltre che gli enti locali”. L’istruttoria, ha proseguito il ministro, “è arrivata a inserire 418 interventi distribuiti sull’intero territorio nazionale, giuicati come fattibili con un esame concluso lo scorso 29 maggio”.

In quel giorno “nella medesima Cabina di regia idrica che ho presieduto ho presentato un primo stralcio di programmazione con 900 milioni di risorse del ministero, a cui si aggiungono altri 50 milioni per incentivare l’avanzamento delle progettazioni”. Quindi, “sostanzialmente un miliardo da mettere a terra entro l’estate del corrente anno 2024”, ha evidenziato ancora Salvini. Che ha poi concluso: “Sono lieto di confermare che nel piano rientra anche il progetto relativo alla diga di Vetto per la progettazione di un invaso sul torrente Enza in Emilia-Romagna promosso dall’Autorità di bacino distrettuale del Po”. Soddisfatta della risposta l’interrogante Cavandoli, che ha parlato di un “primo segnale di risposta” ai cittadini.

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