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Flop Nazionale, Abodi e Malagò sul ring di Gravina: ora la crisi è “istituzionale”

Il Ministro dello Sport invoca "un punto e a capo". Il Presidente del Coni: "Sembrava Scherzi a Parte, Gravina si è sentito tradito dai calciatori"

Pubblicato:02-07-2024 10:15
Ultimo aggiornamento:02-07-2024 10:15

Gabriele Gravina
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ROMA – Gravina ha anticipato tutti: niente dimissioni, anzi elezioni anticipate. Il flop Nazionale agli Europei è diventato fisiologicamente una crisi politica. Sul ring c’è al centro il Presidente federale, ma fuori si lavora ai fianchi. Il Ministro dello Sport Andrea Abodi invoca per esempio il reset, il “punto e a capo”. Nel corso di ‘Non Stop News’ su Rtl 102.5 ha parlato di “una resa incondizionata che non è stata solo sportiva ma anche morale. Non c’è stata reazione, non c’è stato un lampo, uno sguardo di quelli che nello sport si vedono soprattutto nei momenti difficili. Bisogna tirar fuori la forza morale che la maglia azzurra deve ispirare e che chi la indossa deve poter rappresentare”.

“La partita ormai è chiusa, siamo tornati a casa, ma la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui. Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l’autocritica e da qui ripartire – ha aggiunto Abodi – È troppo facile guardare le responsabilità degli altri. Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle. I giocatori che vanno in campo lo sanno perfettamente, non posso immaginare che non abbiano avuto la capacità di riavvolgere il nastro, rivedere la partita e capire dove si è sbagliato. Tra l’altro non si tratta di errori singoli e tattici, la Nazionale sembrava assente moralmente. Questo deve smuovere riflessioni, così che possa esserci un punto e a capo“.

Invece, intervistato dal Corriere della Sera, Giovanni Malagò cita addirittura “Scherzi a parte”. Il Presidente del Coni è più morbido, e dice che “Gravina si è sentito tradito dai calciatori”. “Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio. Negli sport individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema fisico o mentale, abbia una pessima prestazione – dice il Presidente del Coni. Ma in uno sport di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni su undici, la scena mi è sembrata inverosimile: i giocatori in campo hanno trasmesso la sensazione di frustrazione e umiliazione. Sembrava che neanche se ne accorgessero, perché in genere se sei in difficoltà magari ti fai prendere dalla foga agonistica, invece erano proprio amorfi. Non hanno mai dato l’impressione di metterci anima e cuore”.


Malagò ha sentito Gravina, e “mi sono permesso di dirgli che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l’aria si è fatta irrespirabile. Prima di questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi chiede le dimissioni deve sapere che, quando un presidente lascia, decade il consiglio che, in attesa di nuove elezioni entro novanta giorni, esercita le funzioni di ordinaria amministrazione. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni. Diciamo che l’aria già non era bella per i problemi che esistevano prima di questo tracollo. Ho avvertito delusione. Ho percepito che si è sentito tradito da chi è andato in campo. Il problema piuttosto nel calcio è un altro”.

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