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Giacomo Bozzoli è sparito, deve scontare l’ergastolo ma non si trova: uccise lo zio nel 2015 e lo bruciò nel forno della fonderia

Il 39enne bresciano è stato condannato in via definitiva all'ergastolo dalla Cassazione, ma quando i Carabinieri sono andati a prenderlo per condurlo in carcere non lo hanno trovato: partite le ricerche

Pubblicato:02-07-2024 08:50
Ultimo aggiornamento:02-07-2024 10:20

carabinieri
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BOLOGNA – Il processo è finito con una terza condanna all’ergastolo, in Cassazione, ma lui è sparito nel nulla. ‘Lui’ è Giacomo Bozzoli, 39enne bresciano che – il verdetto di tutti i giudici che si sono occupati del caso è unanime – l’8 ottobre 2015 a Brescia ha ucciso lo zio Mario e poi ne ha buttato il corpo nel forno della fonderia di famiglia. Ieri è arrivata la sentenza della Cassazione (che si somma alle precedenti due condanne ottenute in primo grado e in appello) e quindi la condanna è diventata definitiva. Ma lui non si sa dove sia. Bozzoli non era a Roma, ieri, all’udienza. Non è stato presente a tutti i processi. Era infatti in stato di libertà e non aveva una misura cautelare. Ed ora sarebbe irreperibile. Nella casa sul lago di Garda in cui aveva detto di trovarsi, i Carabinieri ieri sera non hanno trovato nessuno. Le ricerche sono scattate immediatamente.

LE PRECEDENTI CONDANNE

Il 39enne è stato condannato prima dalla Corte d’assise di Brescia il 30 settembre 2022 e poi dalla Corte d’assise d’appello il 17 novembre 2023. Ieri, infine, la conferma della condanna da parte della Corte di Cassazione, a cui i legali di Bozzoli avevano ricorso contro la sentenza di secondo grado lamentando vizi procedurali. La fonderia in cui Giacomo Bozzoli avrebbe gettato il corpo dello zio si trova a Marcheno, in provincia di Brescia,. Nella fonderia lavoravano lo zio Mario, il fratello Adelio (padre di Giacomo) e i figli di Mario. Il delitto avvenne l’8 ottobre 2015. Il padre del giovane lo ha sempre ritenuto innocente. Bozzoli è stato condannato all’ergastolo con l’isolamento diurno per un anno.

LA FUMATA ANOMALA


Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il corpo di Mario Bozzoli venne bruciato nel forno della fonderia: quel giorno, alle 19,18, la fonderia fece una fumata anomala. Pochi minuti prima, intorno alle 19.15, l’imprenditore aveva fatto un’ultima telefonata alla moglie dicendole che avrebbe cenato in una trattoria vicino a casa. Fin da subito ci fu il sospetto che si trattasse di un omicidio. Il movente sarebbe stato legato a motivi economici e discussioni per la gestione della fonderia.

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