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In Rai se indossi la bandiera della Palestina fai le foto in canottiera: il racconto di Andrea Filippi

A quanto pare, durante le foto ufficiali per l'uscita del film 'Com'è umano lui', all'attore è stato chiesto di togliersi la maglietta

Pubblicato:02-06-2024 09:39
Ultimo aggiornamento:02-06-2024 09:39

andrea filippi divieto maglietta palestina
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ROMA – Vietato indossare la bandiera della Palestina nelle foto ufficiali della Rai. È quanto ha denunciato su Instagram Andrea Filippi, che nel film ‘Com’è umano lui’, interpreta Fabrizio De Andrè. A quanto pare, durante le foto ufficiali per l’uscita del film, all’attore è stato chiesto di togliersi la maglietta con la bandiera palestinese e di fare le foto in canottiera.

COM’È UMANO LUI, LA TRAMA

Il film, dedicato a Paolo Villaggio, è andato in onda in prima serata giovedì 30 maggio su Rai Fiction ed è dipsonibile su RaiPlay. La storia si sviluppa a partire da Genova, a metà degli anni Cinquanta, dove Paolo Villaggio e la sua banda di amici della borghesia genovese –un giovanissimo Fabrizio De André, il “Polio”, un professore di lettere su sedia a rotelle, e Piero, fratello di Paolo- compiono le loro goliardiche scorribande notturne. Ma mentre di giorno il Polio e Piero lavorano e studiano, Paolo e Fabrizio dormono e a tempo perso compongono canzoni come ‘Il Fannullone’ e ‘Carlo Martello’ ritorna dalla battaglia di Poitiers”. Paolo, studente di legge fuoricorso con libretto in bianco, mette incinta Maura, la sua fidanzata. Poi, la sposa in Comune, vestito in maglietta, zoccoli e pantaloncini da mare. Il padre di Paolo, ingegnere palermitano, gli trova un impiego alla Cosider, dove Villaggio resterà per sette anni e dove maturerà l’idea per l’intramontabile personaggio del ragionier Ugo Fantozzi. In quegli stessi anni, al teatrino della compagnia Baistrocchi inizia a sperimentare quelli che diventeranno i suoi futuri cavalli di battaglia. E’ qui che viene scoperto da Maurizio Costanzo, in realtà a Genova per vedere Jannacci, che però si era ammalato ed era stato sostituito all’ultimo dallo stesso Villaggio. Colpo di fulmine immediato che porta alla firma di un contratto per il teatrino romano di cabaret dello stesso Costanzo, il “7×8”. Da qui parte la lunga carriera che ha consegnato alla storia del cinema e della televisione italiana uno dei suoi volti più amati.


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