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Europee, il cielo è sempre più ‘Giorgia’, poi le capre di Sgarbi

In Piazza del Popolo a Roma, la manifestazione FdI per la chiusura della campagna elettorale

Pubblicato:01-06-2024 20:30
Ultimo aggiornamento:02-06-2024 10:58

meloni comizio europee
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ROMA – “Presidente De Luca, sono quella stronza della Meloni”, sparano gli altoparlanti. Tutt’intorno, però, si presenta come “Giorgia”. Il nome della leader è dappertutto in piazza del Popolo. Sul palco è riprodotto a scritte cubitali: sotto, al centro, ai lati. Sullo sfondo blu sembra un trompe-l’oeil: l’occhio si confonde provando a contare quante “con Giorgia” ci sono. Intanto, in sottofondo, canta Rino Gaetano, ‘Ma il cielo è sempre più blu’. Domani è l’anniversario della morte e a Roma, come sempre, si balla e si suona in sua memoria. Sul palco, intanto, il cielo è sempre più Giorgia. A piazza del Popolo fa caldo, una signora si accascia nel bel mezzo del discorso di Giorgia Meloni che parla per un’ora precisa. Noi e loro, l’intervento è tutto un sottolineare la differenza tra FdI e gli altri, in particolare il Pd e la sua segretaria. “Rispondi Elly- grida a un certo punto Meloni dal palco- non scappare: sono una leader non democratica secondo te?”.

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A sentire “Giorgia” c’è una piazza piena, o vuota, a metà. Il colpo d’occhio lo garantiscono le tante bandiere: tricolori o azzurre, ma di FdI, non dell’Europa. Sfilano dal Pincio alla piazza i giovani del partito, Gioventù nazionale, portano i vessilli della satira: i faccioni di Schlein, Lucia Annunziata, Corrado Formigli, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto: “Anche se lei ci rimane male tu scrivi Giorgia”. Tra i primi ad arrivare c’è il deputato leghista Antonio Angelucci. È lui alla guida di una berlina Bmw che parcheggia davanti al museo Leonardo Da Vinci, a pochi metri dalla porta del Popolo. Una bella fortuna trovare posto lì. Cammina poi fino alla transenna sotto al palco, è in prima fila. Perché è a qui a Roma e non a Milano, al comizio del segretario della Lega Salvini? Forse cambia partito? “No, no. Non potevo andare a Milano- risponde- ho il colpo della strega”.

In piazza si vede poi il ministro Adolfo Urso, selfie coi militanti. Sotto al palco c’è il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Io sono uno del popolo”, rivendica. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio in testa ha uno dei berretti andati a ruba: “Orgoglio italiano”, c’è scritto. S’intravvedono Lollobrigida e Sangiuliano.
Spunta una bandiera della Romania, poi una dell’Albania. Ci sono due sikh venuti da Brescia a sventolare le bandiere di FdI. In prima fila, sotto un sole cocente, due uomini che hanno impresso sul corpo il loro amore politico. Il più giovane ha tatuato sull’avambraccio l’autografo di Silvio Berlusconi, l’altro ha quello di Giorgia Meloni, tra petto e spalla. “Vincere e vinceremo!”, grida d’un tratto un uomo nella folla.
A fine comizio, Giovanni Donzelli esulta: “C’erano 30mila persona a sentire Giorgia”. In sottofondo la musica di Rino Gaetiano, ‘Ma il cielo è sempre più blu’, ‘A mano a mano’. Mentre la folla defluisce, sul palco si affaccia Vittorio Sgarbi. “Capra! Capra!”, gli gridano i militanti, affettuosamente. Lui non se la prende. Anzi, sorride e recita la sua parte: “Capre! Capre! Capre!”.

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