(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 5 dic. - Un lavoro condotto in stretta sinergia con le scuole e le famiglie. E' questo il punto centrale del progetto PASS, acronimo di Adozione Scolastica e Sociale, un percorso di inclusione dei bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico che viene condotto sperimentalmente da 5 anni nei quartieri Vomero-Arenella di Napoli. Nasce dalla collaborazione tra gli operatori del Nucleo Operativo di Neuropsichiatria infantile del distretto Sanitario 27 dell'Asl Napoli 1 Centro, le scuole dei due quartieri della citta', e i famigliari di tanti bambini e ragazzi. Presentato al Centro direzionale di Napoli da Luisa Russo, responsabile del Centro Unico Aziendale per la Salute Mentale in eta' evolutiva Asl Napoli 1 Centro, grazie alla collaborazione dell'Ufficio Scolastico Regionale, dell'assessorato regionale alle Politiche Sociali e della Regione Campania, da quest'anno sara' esteso a tutta la citta' di Napoli. Una prima esperienza e' partita nel distretto 24 (Chiaia, Posillipo, San Ferdinando) e in due scuole del territorio si stanno gia' sperimentando percorsi di inclusione anche per gli adolescenti.
"Il nostro progetto - spiega all'agenzia Dire la responsabile Luisa Russo - mette insieme il lavoro degli operatori sanitari, scolastici e soprattutto i familiari i quali, nel tempo e lavorando in gruppo insieme agli operatori, hanno cercato di rovesciare il paradigma 'dalle uguaglianze alle diversita''.
Hanno lavorato sulle loro difficolta' ad accogliere e dare risposte a un figlio con tali problematiche, uscendo loro stessi dal guscio dell'autismo e l'hanno potuto presentare alla classe dei compagni. Infatti i compagni di classe vengono chiamati e responsabilizzati a essere i tutor del bambino o del ragazzo con disturbo dello spettro autistico. Sono loro che affiancano i bambini, li invitano a casa, a fare i compiti o affiancano i terapisti. Mentre le terapie facilitano i loro percorsi di autonomia, che sono la cosa a cui dobbiamo mirare gia' da quando hanno tre anni". Luisa Russo definisce PASS "un modello evolutivo dell'autismo" perche' per la prima volta "si continua a chiedere, costantemente, delle 'modifiche' a bambini e ragazzi attraverso l'uso di tecniche terapeutiche tra le piu' svariate. E poi si chiede la 'modificabilita'' anche dell'ambiente che li circonda".
La novita' sperimentata da PASS e' propria quella di individuare le differenze che ci sono tra un individuo e l'altro e farle riconoscere nella vita quotidiana del bambino e del ragazzo con spettro autistico, quindi in ambito scolastico e sociale. Si prevede, infatti, una vera e propria 'adozione scolastica' con la presentazione alla classe del bambino; l'incontro con i genitori degli altri studenti; la presa in carico.
Percorsi differenziati per la scuola d'infanzia (3-6 anni), la primaria e le secondarie di primo e secondo grado. Accanto a questa c'e' l' 'adozione sociale' per promuovere l'inclusione effettiva del minore e il suo coinvolgimento attivo nella comunita' locale di appartenenza. Durante la sperimentazione del progetto PASS, nei quartieri Vomero-Arenella sono stati coinvolti, ad esempio, alcuni locali e botteghe come pizzerie, cinema e circoli sportivi che hanno partecipato a un percorso di abilitazione anche professionale dei ragazzi con disturbi dello spettro autistico.
Le equipe che lavorano al progetto PASS definiscono "soddisfacenti" i risultati raggiunti fino ad oggi. "Per molto tempo, almeno in Campania - spiegano - ci si e' concentrati esclusivamente sugli aspetti tecnici dell'intervento terapeutico-abilitativo, qualita' e numero di terapie da effettuare nei centri di riabilitazione accreditati. La nostra esperienza dimostra che, dove esiste un servizio territoriale forte di neuropsichiatria infantile, si puo' lavorare non per le famiglie ma accanto a queste, in una nuova ottica di scambio e di condivisione".
Qui e' possibile guardare la
videointervista della Dire.
(Wel/Dire)