(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 5 dic. - È giunta ormai alla sua undicesime edizione la giornata di studio dedicata agli 'Interventi terapeutico-riabilitativi nella prima infanzia', promossa lo scorso 17 novembre dall'Azienda ULSS 6 Euganea nell'auditorium degli Ospedali Riuniti di Padova Sud.
L'evento formativo specificamente dedicato all'operativita' dei Servizi territoriali per l'eta' evolutiva e' stato pensato fin dall'inizio dagli organizzatori - Giuliana Veronese e Paolo Segalla, rispettivamente psicologa psicoterapeuta IAF (Infanzia Adolescenza Famiglia ) e neuropsichiatra infantile IAF del servizio Eta' Evolutiva-Neuropsichiatria Infantile Este-Montagnana A.ULSS 6 Euganea (Padova) - come momento di riflessione teorico-metodologica e di scambio di esperienze relative a un ambito di intervento la cui specificita' e' rappresentata soprattutto dall'intrecciarsi dell'attivita' clinica con la dimensione sociale ed educativa, in ragione dei compiti istituzionali propri dei Servizi territoriali e della dimensione multiprofessionale delle e'quipe che vi operano.
Da alcuni anni questa giornata di studio e' patrocinata dall'AEPEA (Association Europe'enne de Psychopathologie de l'Enfant et de l'Adolescent), di cui la professoressa Graziella Fava Vizziello e' presidente per l'Italia, e puo' contare sul contributo di relatori italiani e stranieri noti anche in ambito europeo e internazionale.
"La recente edizione, come pure quella dello scorso anno- afferma Veronese- e' stata dedicata agli interventi nella prima infanzia, a partire dalla consapevolezza della particolare delicatezza di questa fase dello sviluppo e della necessita' di una riflessione critica sull'impatto e le possibili conseguenze degli interventi in eta' precoci della vita, caratterizzate da un lato dalla notevole plasticita', dall'altro da maggiore vulnerabilita'". Veronese, introducendo i lavori, ha fatto riferimento al crescente malessere tra i bambini e i ragazzi e al diffondersi di approcci settoriali e frammentati alle diverse forme di disagio e disturbi in eta' evolutiva. La psicoterapeuta ha, infatti, sottolineato "la necessita' di discriminare tra bisogni che richiedono risposte specialistiche e il diffondersi degli specialismi. Inoltre, per rispondere alla specificita' e complessita' dei bisogni in eta' evolutiva sono necessari, oggi piu' che mai, approcci multidisciplinari e integrati- ricorda la psicologa- a cui devono corrispondere forme coerenti di organizzazione dei Servizi. Ho richiamato anche l'attenzione sulla necessita' di discriminare le pratiche scientifiche dal riduzionismo scientista al fine di riconoscere e non sottovalutare gli effetti perversi che quest'ultimo puo' generare". Infine Veronese ha fatto appello "alla capacita' e al coraggio di operatori, educatori e amministratori per andare oltre le visioni e gli interessi particolari, per ricercare soluzioni funzionali al raggiungimento di un obiettivo comune, qual e' la salute e il benessere delle giovani generazioni".
Particolare interesse hanno suscitato tra i numerosi partecipanti gli interventi delle professoresse Drina Candilis-Huisman e Graziella Fava Vizziello. Attraverso la loro lunga esperienza clinica, di insegnamento e di ricerca nel campo della Psicopatologia dello Sviluppo e della Genitorialita', rispettivamente presso l'Universita' di Parigi XII e l'Universita' di Padova, hanno analizzato le ricadute delle continue, profonde trasformazioni socio-culturali ed economiche sullo sviluppo infantile, sull'espressione del malessere e sulle forme attuali della genitorialita'. Candilis-Huisman, partendo dalla sua esperienza nell'ambito del Servizio per l'accompagnamento perinatale per genitori disabili (SAPPH), nel XIV arrondissement di Parigi, ha approfondito diversi aspetti della genitorialita' della persona disabile, sia sul versante immaginario e del desiderio di procreazione, che sulla gestione sanitaria della perinatalita' in situazione in questo caso ad alto rischio a partenza genitore. La sua relazione ha permesso, nella cornice concettuale della giornata, una sorta di continuo rimando alle analoghe questioni che pur sono in gioco, anche se meno evidenti, in ogni storia di gravidanza, parto e avvio della relazione precoce madre-bambino.
La professoressa Fava Vizziello, riportando numerose esemplificazioni cliniche, ha trattato l'impatto sullo sviluppo delle nuove opportunita' offerte dalle tecnologie piu' avanzate di procreazione assistita e le implicazioni di fenomeni di segno opposto, rappresentati dalla maternita' nella condizione di migrazione. Ha messo in evidenza le trasformazioni che ne derivano non solo sul piano della clinica dell'eta' evolutiva, ma anche sul piano delle rappresentazioni dell'infanzia e della genitorialita', fin quasi a costituire una variazione antropologica di cui bisognera' probabilmente essere sempre piu' consapevoli nel lavoro clinico e pedagogico.
"Molto interessanti anche gli interventi di Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapia dell'Istituto di Ortofonologia, e Fiorella Monti, docente di Psicologia clinica dell'eta' evolutiva e delle relazioni familiari nell'Universita' di Bologna, sui temi del trattamento dei bambini autistici e dell'osservazione dello sviluppo in contesto educativo. Di Renzo ha sottolineato in vari modi i rischi connessi all'anticipazione della diagnosi, spesso confusa con la diagnosi precoce, e le possibili conseguenze sullo sviluppo del bambino. Attraverso momenti salienti del trattamento di bambini con diagnosi di autismo, la terapeuta ha mostrato come un approccio rispettoso del bambino, teso a ricercarne sempre e comunque le potenzialita' di sviluppo e a supportarle, consenta l'evoluzione verso nuove possibilita' di relazione con l'altro anche nelle forme piu' severe di autismo. Nella parte finale del video proposto- racconta Veronese- l'impronta colorata dei piedi di un bambino in trattamento evocava su un piano corporeo-gestuale-biomorfico l'abbozzo di uno sviluppo espressivo e il raggiungimento di un senso che procedevano da un lungo percorso di condivisione dell'esperienza corporea".
Sull'importanza dell'osservazione nel contesto educativo ha puntato, invece, l'intervento di Monti, che ha fornito le coordinate teorico-metodologiche e illustrato alcuni esiti delle ricerche da lei condotte sulle opportunita' di sviluppo offerte dall'outdoor education per bambini dei nidi e della scuola dell'infanzia. La professoressa ha spiegato quale ruolo possa svolgere l'educazione per lo sviluppo armonico e per la promozione del benessere. Particolarmente efficaci sono stati certi snodi dell'intervento che, a partire dalle coordinate psicodinamiche di tempo/spazio/piacere, nella disamina dei momenti osservativi, sottolineavano l'importanza di un recupero della dimensione empatica da parte dell'istituzione e dell'ambiente, come pure della "capacita' di stupore".
Nel corso del pomeriggio, sono state rielaborate le esperienze operative con i bambini piccoli in contesti sanitario, socio-sanitario ed educativo con il contributo dei neuropsichiatri e psicoterapeuti Lenio Rizzo e Francesco Villa.
"Il filo conduttore dei lavori della giornata e' stato il continuo rimando alla complessita' dei fattori in gioco nello sviluppo normale e patologico- conclude Veronese- e alla necessita' di individuare nuove forme di intervento capaci di rispondere a bisogni in continua e rapida trasformazione".
(Wel/ Dire)