Roma, 11 giu. - Nel Centro Congressi dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Irccs si è tenuto il corso di formazione ECM 'Citomegalovirus: una sfida continua', organizzato dal 'Centro di formazione permanente in sanità'. Come spiegato dal responsabile scientifico del corso, il dott.
Gianpiero D'Offizi - Direttore UOC Malattie Infettive Epatologia Spallanzani, il citomegalovirus (Cmv) "è un virus a Dna, prevalente in circa il 90% della popolazione generale come infezione latente. È causa di un'infezione sistemica che decorre benigna nei pazienti immunocompetenti ma che nei pazienti immunocompromessi può essere causa di manifestazioni cliniche gravi ad alto impatto su mortalità e morbidità. La riattivazione da Cmv rappresenta una delle complicanze infettive ad eziologia virale più importante sia nei pazienti ematologici con trapianto di midollo osseo che nei pazienti con trapianto di organo solido ed è causa di manifestazioni cliniche di entità variabile che possono rappresentare un rischio potenziale di perdita del graft e di aumentata mortalità. Anche altre popolazioni speciali possono essere soggette alle complicanze di una infezione da Cmv, in particolare le donne in gravidanza per la possibile trasmissione dell'infezione al feto e le complicanze sul nascituro in cui l'infezione congenita da Cmv rappresenta ancora oggi una delle maggiori cause di sordità neurosensoriale alla nascita".
Prosegue D'Offizi: "L'obiettivo di questo corso è quello di affrontare il problema dell'infezione da Cmv e delle sue complicanze in tutte le popolazioni speciali su cui Cmv impatta in termini di morbidità e mortalità alla luce delle nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche".
Durante il corso, infatti, si è discusso dell'infezione da Citomegalovirus in gravidanza, in età pediatrica, nel paziente con trapianto di organo solido, nel paziente ematologico con trapianto di midollo osseo, nel paziente con immunodeficienza acquisita, nell'indagine endoscopica. E ancora della relazione tra CMV ed epatologie dell'invecchiamento, sovrainfezioni batteriche e fungine nei pazienti immunodepressi", conclude.
(Red)