Turchia, in 30 citta' sit-in di Amensty contro arresti arbitrari
9 attivisti in cella, tra cui i 2 resposanbili per Ai in Anatolia
Roma, 13 lug. - Amnesty international ha lanciato un sit-in internazionale per invocare la scarcerazione della propria direttrice responsabile della sede anatolica, Idil Eser, assieme ad altri otto attivisti per i diritti umani arrestati nei giorni scorsi dalle autorita'. Tra loro, anche il presidente di Amnesty in Turchia, Taner Kilic, ammanettato a inizio giugno.
Tutti loro sono accusati di terrorismo, poiche' sospettati di intrattenere rapporti col gruppo di Fetullah Gulen, il chierico ritenuto la mente del tentato golpe del 15 luglio 2016.
L'annuncio - pubblicato sul sito web della Ong - giunge all'indomani della 'Marcia per la giustizia' di 430 chilometri, partita da Aknara il 15 giugno e culminata ad Istanbul, indetta dal partito d'opposizione Chp.
All'approssimarsi del primo anniversario del fallito colpo di stato, la Turchia e' in fermento, cosi' come la comunita' internazionale, una parte della quale sempre piu' pronta a contestare la stretta alle liberta' democratiche da parte del governo.
Amnesty scrive che gli arresti degli attivisti, a pochi giorni "dall'anniversario della proclamazione dello Stato di emergenza", sono una prova di quanto "arbitraria e feroce sia diventata la reazione al golpe" in termini di "repressione dell'opposizione, che sia reale o solo percepita".
I responsabili si sono quindi detti a pronti a "non stare in silenzio quando dei rispettabili campioni per i diritti umani vengono gettati in una cella", a scopo "intimidatorio". "Finche' queste "voci coraggiose" continueranno a "stare dietro le sbarre, noi marceremo per loro. Finche' saranno imbavagliati, noi saremo la loro voce", il loro impegno.
(Red/ Dire)
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