(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 13 lug. - Una ong sudanese con sede a New York ha lanciato una petizione internazionale per chiedere all'amministrazione Trump di non togliere le sanzioni economiche contro quel Paese, accusato di indicibili violenze contro la popolazione del Darfur, che proseguirebbero tuttora. Darfur Women Action Group (Dwag) denuncia che l'ex Presidente Obama - a un mese dalla scadenza del suo mandato - ha deciso di rimuovere le sanzioni economiche "sebbene il governo sudanese non abbia rispettato le condizioni" previste per la loro eventuale rimozione.
Tra queste, "porre immediatamente fine al genocidio nel Darfur, trovando e punendo i responsabili; consentire corridoi umanitari; disarmare il gruppo armato Janjaweed; favorire il rispetto dei diritti umani e la pace nel Paese". Ma, soprattutto, con tale imposizione Washington nel 1997 intendeva costringere il governo di Khartoum a tagliare i finanziamenti ai movimenti armati terroristi, altro punto disatteso secondo l'ong.
La settimana scorsa anche un gruppo di 53 deputati bipartisan ha fatto appello al Presidente Trump affinche' posticipi di almeno un anno - o fino al termine del mandato - la fine del blocco economico e commerciale, come riferisce il quotidiano 'The Sudan Tribune', chiedendo inoltre la nomina di un Inviato speciale per il Sudan e il Sud Sudan per monitorare la reale fine del conflitto tra i due Paesi. Porre fine all'isolamento commerciale, come ricorda l'ong Dwag, significherebbe "permettere il pieno accesso del Sudan ai mercati internazionali" e agli "investimenti esteri". Questo produrrebbe quindi un "disastroso risultato" perche', se il denaro a disposizione del governo dovesse aumentare, questo verrebbe impiegato "per compiere altri odiosi crimini".
Nel 2016 gli attivisti di Dwag denunciarono un altro terribile attacco nel Darfur, nel quale sarebbero state impiegate anche armi chimiche. La presidentessa, Niemat Ahmadi, intervenendo a Roma alla commissione Diritti umani del Senato disse che nel suo Paese era "in atto la soluzione finale" contro gli abitanti di quella regione.
La Corte penale internazionale ha aperto un procedimento contro il governo e il suo Presidente, Omar Al-Bashir, proprio perche' ritenuto responsabile della "campagna di eliminazione" lanciata nel 2003 contro le minoranze etniche storicamente presenti nel Darfur, e che proseguirebbe tutt'oggi.
(Red/ Dire)