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Processi in 4 anni, il Tar dell’Emilia lumaca d’Italia

I più virtuosi sono i Tar di Trento e Pescara (dove la sentenza è calcolato arrivi in meno di un anno), insieme Bolzano, Lecce e Trieste che restano comunque sotto i due anni

Pubblicato:27-02-2015 14:39
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:08

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tribunale bolognaBOLOGNA  – Più di quattro anni di media per arrivare alla fine di un processo amministrativo: è il tempo di attesa medio del Tribunale amministrativo di Bologna, che con questo dato si piazza al 22esimo posto tra i Tribunali amministrativi d’Italia più lenti, che sono in tutto 29. Più ‘ingolfati‘ del Tar di Bologna ci sono solo quelli di Venezia, Napoli, Reggio Calabria, Salerno, Ancona e Catanzaro, Catania (che segna il record dei tribunali lenti con un tempo di attesa media di 15 anni). E’ lo stesso presidente del Tar di Bologna, Michele Perrelli, a lanciare l’allarme nella relazione pronunciata questa mattina alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. E questi tempi da lumaca non miglioreranno di certo, considerato il poco personale, la mole di ricorsi pendenti al Tar di Bologna (più di 5.100 al 31 dicembre) e i 1.200 nuovi ricorsi arrivati nel corso dell’anno.

“Cercheremo di premere l’acceleratore, nei limiti del possibile”
, commenta al termine della cerimonia Perrelli, che nella sua relazione si era rammaricato dei tempi lunghi dicendo che “una giustizia tardiva è in buona parte denegata”. Dal Tar, però, parte anche un appello agli amministratori, che trovano supporto nei giudici amministrativi ma non fanno molto per sostenerli. “Cercheremo l’aiuto degli organismi locali, la Regione, il Comune metropolitano, e tutti quelli che dovrebbero avere un interesse ad avre una giustizia immediata. Perchè oggi, spesso e volentieri, anche l’amministratore si nasconde dietro la giustizia, perchè non fa certe cose fino a che non ha la conferma di un giudice. E allora deve aiutare questo giudice a fare presto”, dice il presidente del Tar.

Dagli enti locali il supporto può arrivare in diversi modi
. “Ci possono aiutare coi tirocinanti, col personale, ma anche a cercare una sede demaniale- afferma Perrelli- noi qui siamo in affitto e dobbiamo andare via, dobbiamo trovare altra sede che sia dignitosa ma non dispendiosa”. L’appello di Perrelli, poi, va anche agli Ordini degli avvocati (“Qui ce ne sono tanti”), che potrebbero sostenere a loro spese le borse di studio dei tirocinanti (come ad esempio è avvenuto per il Tar della Basilicata di cui è stato presidente).

Al 31 dicembre 2014 i ricorsi pendenti al Tar di Bologna erano 5.189; nel corso dell’anno i magistrati ne hanno definiti circa 1.728 (859 con sentenza, 258 con sentenza breve e 611 con decreto decisorio) mentre 1.200 sono i nuovi procedimenti aperti. A proposito dei volumi di arretrato, Perrelli nella sua relazione afferma: “Quello che più preoccupa è che la scontata carenza di magistrati, almeno sino alla conclusione del concorso a 45 posti di referendario appena bandito, e la scarsità di forza lavoro renderà ancora più difficile l’aggressione dello zoccolo duro dei ricorsi pendenti, che assommano a 5.139 al 31 dicembre: ben oltre il quadruplo dei 1.200 ricordi depositati nel corso dell’anno”.

E così Bologna, con i suoi 4,28 anni di attesa media, finisce per trovarsi al 22esimo posto tra i Tar d’Italia per il tempo stimato per avere una sentenza amministrativa. I più virtuosi sono i Tar di Trento e Pescara (dove la sentenza è calcolato arrivi in meno di un anno), insieme  Bolzano, Lecce e Trieste che restano comunque sotto i due anni.


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